Corsi di degustazione dei vini biologici

Corsi di degustazione dei vini biologici
Marzo 2015 a Roma

giovedì 9 febbraio 2012

Il regolamento UE sui vini biologici: la posizione della Coldiretti

Continuiamo a presentare le varie opinioni e posizioni sul nuovo regolamento europeo che finalmente sancisce la nascita ufficiale dei vini biologici.Coldiretti sottolinea in positivo i numeri in crerscita del settore mentre denuncia una posizione troppo debole sulla riduzione della solforosa e quindi dei solfiti nei vini bio.

Il Comitato permanente per la produzione biologica (SCOF) ha approvato le nuove norme comunitarie per la produzione di  “vino biologico”, che saranno pubblicate nelle prossime settimane sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea.

Negli ultimi 5 anni, secondo i dati diffusi nell’ambito del progetto europeo Orwine, si registra nel settore dei vini da uve biologiche un aumento medio del fatturato del 18% con punte anche del 90%, mentre la previsione per i prossimi anni è di un incremento medio annuo medio del 13% che potrebbe anche raggiungere il 20%.

Secondo gli studi di mercato, quindi, il vino biologico sta conquistando un numero sempre maggiore sia di professionisti sia di semplici consumatori, in Europa come  negli Stati Uniti. Le stesse cooperative vinicole europee, essendo diventate molto più sensibili al tema ecologico hanno aumentato gli investimenti nei vini da uve biologiche.

Oggi, il numero di imprese agricole che producono vini da uve biologiche  è in aumento. Secondo studi di mercato, nel prossimo futuro, i consumatori considereranno il fattore ecologico come uno dei parametri principali per scegliere un vino, attribuendo al concetto di “rispetto per l’ambiente” un’importanza simile al prezzo, alla varietà o all'origine

Questo parametro può influire sul segmento di consumatori non particolarmente “appassionati esperti” che compra il vino nella Grande Distribuzione Organizzata e che è responsabile della maggior parte dei volumi del settore.

La domanda di vini biologici prodotti in Italia continua a svilupparsi positivamente anche se si registrano due tendenze contrastanti. Per chi vende vini biologici attraverso la ristorazione, la domanda di vini bio da parte dei consumatori non é particolarmente brillante, mentre la situazione del commercio specializzato è, invece, relativamente buona. Inoltre, al nord i vini da uve biologiche sono più richiesti che al sud.

Del resto, nei periodi di crisi, i consumatori frequentano meno i ristoranti e preferiscono concedersi vini di buona qualità da assaporare a casa: fra questi vi sono anche i vini da uve biologiche. Infine, per quanto riguarda i prezzi, questi restano stabili.

Coldiretti ritiene che l’adozione del regolamento comunitario sia un passo importante per garantire uno sviluppo adeguato al settore. Finalmente, grazie al fatto che le norme disciplinano l’intero processo enologico e non la sola fase di coltivazione in campo delle uve bio, si potrà etichettare il vino come “biologico” e non più come “ottenuto da uve biologiche“. Inoltre, sarà riconoscibile grazie all’apposizione in etichetta del logo europeo.

Tuttavia, l’Unione Europea ha, ancora una volta, perso l’occasione di emanare una legislazione che distingua nettamente un alimento ottenuto con il processo di produzione biologico rispetto a quello convenzionale, stabilendo dei limiti di impiego di anidride solforosa che non si discostano in modo significativo da quelli dei vini convenzionali. Infatti, iI tenore massimo stabilito di solfito per il vino rosso è 100 mg per litro (150 mg/l per il vino convenzionale) e per il vino bianco/rosé, 150mg/l (200 mg/l per il vino convenzionale), con un differenziale di 30mg/l quando il tenore di zucchero residuo è superiore a 2 g/l.

La scelta è stata di fatto “politica” per assecondare le esigenze di quegli Stati europei come la Germania che, pur non essendo vocati alla produzione di vini bio, vogliono comunque essere sul mercato con questa tipologia di prodotto. Sarebbe stato molto più rispettoso e coerente con il metodo di produzione biologico stabilire nel regolamento, l’obiettivo di produrre, entro un certo numero di anni, vini senza ricorrere all’anidride solforosa prevedendo un periodo transitorio di tempo ai produttori europei per adeguarsi.

La nuova normativa delude, quindi, le aspettative di Coldiretti che ha sempre sostenuto, consapevole della qualità delle uve del know how dei produttori di vini da uve biologiche italiani, di differenziare nettamente il vino biologico da quello convenzionale per rispondere alle legittime aspettative di quei consumatori che vogliono acquistare un alimento “il più naturale possibile”.


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mercoledì 8 febbraio 2012

Regolamento UE sui vini biologici: la posizione del Copa-Cogeca

Ancora opinioni sul nuovo regolamento della Unione Europeo che segna la nascita ufficiale del "vino biologico" o "vino da agricoltura biologica".In questa notizia di Europa Press si riportano le opinioni del Copa-Cogeca, l'associazione europea degli agricoltori e delle cooperative agricole. Particolari riferimenti anche alla posizione della Spagna, che si è astenuta dal voto finale.

Gli agricoltori europei hanno espresso oggi "soddisfazione" per le nuove regole che prevedono requisiti più severi per i vini biologici, ma sono favorevoli a consentire "deroghe temporanee per un periodo transitorio" nei casi in cui non ci siano alternative ecologiche ai materiali utilizzati normalmente come, per esempio, nel caso di lieviti.


Il segretario generale del Comitato delle organizzazioni e delle cooperative agricole (Copa Cogeca), Pekka Pesonen, ha definito come "cruciale" e "urgente" l'armonizzazione delle normative private attualmente esistenti e ha sottolineato che questo favorisce "lo sviluppo futuro del mercato" del vino biologico, in particolare rispetto all'aumento della domanda e delle importazioni dai paesi terzi.
Tuttavia, Copa-Cogeca avverte che "in certi casi, il mercato del biologico non è sufficientemente sviluppato e non ci sono alternative ecologiche ai prodotti convenzionali o le quantità disponibili non sono sufficienti."

   In questa situazione, il presidente del gruppo di lavoro per il vino del Copa-Cogeca, Thierry Ciste, sostiene che l'Unione Europea deve consentire "eccezioni alle norme per un periodo di transizione" per casi specifici, come quello dei lieviti, e al tempo stesso ha chiesto sostegni alla ricerca di materiali ecologici alternativi.

Sul contenuto massimo di anidride solforosa, che l'UE ha rivisto al ribasso, gli agricoltori europei sostengono la decisione perché la riduzione del contenuto di solfiti "è un obiettivo a medio termine" per tutti i produttori di vino biologico.

L'astensione della Spagna
L'Unione Europea ha approvato questo mercoledì, con l'astensione di Spagna e Austria, le nuove regole (sui vini biologici) a partire dalla vendemmia 2012 e che, tra le altre novità, vieterà l'uso di acido sorbico, usato abitualmente nei vini andalusi “fortificati” come i vini di Jerez, come riportato da fonti europee.

I 27 paesi della UE hanno adottato le nuove norme in una riunione di esperti a Bruxelles in cui la Spagna ha espresso il proprio sostegno "quasi al 99 per cento" su tutti i cambiamenti, ma si è astenuta dal voto finale perché ha un problema con il divieto dell'acido sorbico che colpirà i vini generosi, di alto contenuto alcolico.

Rivisti al ribasso anche i limiti consentiti di solfiti nei vini che saranno commercializzati con il nuovo logo del vino biologico europeo, in quanto, in base al loro tenore di zucchero residuo, i vini dovranno contenere un livello di solfiti inferiore dai 30 ai 50 milligrammi per litro rispetto ai loro omologhi convenzionali.

Viene inoltre vietata la desolforazione, perché (questo processo) viene ritenuto "assolutamente non biologico" e allontana il prodotto da una elaborazione con un metodo naturale, hanno indicato fonti vicine ai negoziati.

Finora l'UE non disponeva di norme specifiche per il vino biologico come quelle che esistono per tutti gli altri prodotti agricoli, anche se c'era un sistema di certificazione per le uve, il che ha permesso finora di commercializzare vini con l'etichetta 'vino da uve da agricoltura biologica'.


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Nuove regole vini biologici: l'opinione di Aiab

Continuiamo nella carrellata di opinioni e pareri sull'approvazione del regolamento europeo sui vini biologici.
Ora è la volta dell'Aiab, l'Associazione italiana agricoltura biologica. 



Aiab: "Il testo non è quello proposto dal biologico italiano ma finalmente siamo arrivati al marchio biologico europeo anche sul vino"

E' dal 1991 che si attende il regolamento sulla vinificazione bio e finalmente oggi lo SCOF ha votato la sua approvazione. L'iter non è stato veloce, né agile ed il regolamento non è certo quello che il settore del biologico italiano aveva inizialmente proposto, tuttavia è importante aver finalmente ottenuto un compromesso tra tutti gli Stati europei che permetterà di etichettare anche il vino come bio, impiegando in etichetta anche il logo europeo.

"Come tutti i compromessi politici (di tecnico ormai la discussione non aveva nulla) il risultato non farà felice nessuno, ma tutti saremo un po' meno scontenti - commenta Cristina Micheloni, del comitato scientifico AIAB e già coordinatrice del progetto Orwine -. Oggi è importante poter parlare chiaramente di vino biologico, avendo definito le norme per il vigneto e per la cantina, e da domani si potrà iniziare a lavorare per il miglioramento del regolamento stesso, portando i dati concreti che nel frattempo abbiamo raccolto nelle tante aziende italiane che con Aiab collaborano nella sperimentazione in cantina."

Si ricorda infatti che sino ad oggi era possibile etichettare il vino solamente come "da uva da agricoltura biologica" e non era lecito utilizzare il logo europeo, cosa che dal luglio 2012 non sarebbe nemmeno più stata ammissibile. Il regolamento entrerà in vigore da subito e prevede la possibilità di etichettare come bio anche il vino delle annate precedenti, purchè se ne possa dimostrare la conformità alle norme europee.

"Nei prossimi mesi sarà cura di Aiab divulgare il regolamento e le esperienze tecniche maturate in tutte le regioni italiane - commenta il presidente Alessandro Triantafillidys - in modo da mettere a disposizione degli operatori una potenzialità che il mercato è probabilmente pronto a premiare. Voglio inoltre ricordare l'importante ruolo che Aiab ha avuto, all'interno di IFOAM-EU, nel modificare radicalmente negli ultimi mesi l'approccio alla riduzione della solforosa".


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Il regolamento europeo sui vini biologici: l'opinione di Confagricoltura

I vini biologici sono nati ufficialmente in tutta l'Unione Europea e quindi anche in Italia.
Per noi del Vino Biologico è sicuramente una bella soddisfazione!
Iniziamo una serie di commenti e approfondimenti su questo tema, partendo dalla posizione della Confagricoltura.  


Vino bio, Confagricoltura: "Bene lo sdoganamento di Bruxelles, ma sui solfiti i produttori italiani più rigidi della normativa europea"

Il consumatore potrà finalmente riconoscere il vino biologico attraverso l’apposito logo (una foglia disegnata da dodici stelle, tra cui una cometa, su fondo verde), come accade per tutti gli altri prodotti biologici”.
E’ questo il lato positivo, per Confagricoltura, del regolamento che disciplina la vinificazione biologica, approvato oggi a Bruxelles. “Ma sui solfiti avremmo voluto una maggiore rigidità, - spiega l'organizzazione agricola - come chiedevamo da tempo”.

“Il regolamento - continua Confagricoltura - colma l’attuale vuoto normativo, che faceva considerare biologico il vino ottenuto da uve biologiche e non tramite un processo di produzione biologico. Questo consentirà di armonizzare le regole sulla produzione biologica a livello europeo, a partire dai numerosi standard previsti nei singoli stati membri”.

Il regolamento vieta alcune pratiche enologiche invasive, che possono modificare la composizione del prodotto e stabilisce i limiti di utilizzo di alcuni coadiuvanti e additivi. “Su questo aspetto - dice ancora Confagricoltura - avremmo voluto, come avevamo del resto chiesto, una maggiore riduzione dell’uso dei solfiti. Purtroppo si è dovuti scendere ad un compromesso con i Paesi del Nord Europa che, per difficoltà climatiche e tecnologiche, sono costretti ad usare questo composto in grandi quantità”.

I livelli massimi di solfiti indicati nel regolamento sono superiori a quelli utilizzati dalla gran parte dei produttori italiani di vino biologico, che non potranno evidenziare in etichetta questa loro qualità. “Sicuramente - conclude Confagricoltura - una maggiore rigidità avrebbe valorizzato meglio il concetto di vino biologico e sarebbe stata più rispettosa anche verso i prodotti convenzionali, che non godono del vantaggio competitivo del prodotto biologico”.


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