Corsi di degustazione dei vini biologici

Corsi di degustazione dei vini biologici
Marzo 2015 a Roma

mercoledì 23 novembre 2011

Cantine in Argentina e impronta del carbonio

La sostenibilità ambientale è ormai un fattore di competizione in tanti settori produttivi: il vino non fa eccezione.
Mentre in Italia abbiamo grandi progressi da fare su questo settore, anche a causa delle piccole dimensioni delle singole aziende, in altri paesi si punta molto sulla sostenibilità ambientale come fattore competitivo.
E' il caso dell'Argentina, di cui parla questo articolo del quotidiano "La Nacion".


Un'impronta (del carbonio) che preoccupa

[La Nacion, 13 novembre 2011, Silvina Beccar Varela]

Il dato intimidisce: nel 2030 ci vorrebbero due pianeti per assorbire tutta l’anidride carbonica che produciamo. Coscienti di questo fatto, le cantine eco friendly hanno gia' iniziato a misurare l’impronta che rilasciano nell’ambiente.
Sappiamo che il pianeta e' in pericolo. La terra si dissangua per le ferite causate dalle attivita' umane. In generale, non facciamo molto a riguardo. Fino a quando qualcuno reagisce e agisce. Poi, naturalmente, qualcosa puo' cambiare. Siamo in grado di trasformarci e di farci carico della cura per la madre che ci da' la vita e nutrimento. E' giusto, necessario e urgente, perche' i dati sono impressionanti. Secondo il rapporto Pianeta Vivo 2010 del WWF, diffuso lo scorso anno, l'impronta ecologica, l'indicatore che misura la domanda dell’umanita' rispetto alle risorse naturali, ha superato del 50 per cento la capacita' della Terra di ricostituire le risorse consumate e di assorbire i rifiuti, come la CO2, prodotti dalle attivita' umane. Cio' e' dovuto principalmente alle emissioni di anidride carbonica, aumentate 11 volte dal 1961 e piu' di un terzo dal 1998. Quindi, le persone hanno utilizzato l'equivalente di un pianeta e mezzo nel 2007 (ultimi dati disponibili) per sostenere le loro attivita'. Si stima che entro il 2030 l'umanita' avra' bisogno della capacita' di due pianeti per assorbire le emissioni di CO2 e mantenere il consumo di risorse naturali.
Per tutte queste ragioni, alcune industrie alimentari, conserve, bevande (bibite, vino e acqua minerale), caramelle, cartone, imballaggi, hanno cominciato a misurare l'impronta che rilasciano sull'ambiente per conoscere e poi limitare il problema. In questo articolo, presentiamo il caso delle aziende vitivinicole.

Segni indelebili
L'impronta del carbonio e' un indicatore che misura la quantita' di CO2 (anidride carbonica o diossido di carbonio) prodotta da un’organizzazione, una persona o un prodotto, e di conseguenza il suo contributo ai cambiamenti climatici. Per la sua determinazione si usano strumenti di gestione ambientale che traducono gli impatti delle attivita' che producono beni o servizi in quantita' di CO2, consentendo all'azienda la possibilita' di minimizzare, rimuovere o neutralizzare l'effetto che tale quantita' di CO2 porta al cambiamento climatico globale.
"Si tratta di uno strumento di gestione ambientale che traduce impatti ed emissioni causate dai diversi processi di un'organizzazione, in quantita' equivalenti di CO2, per conoscere, da un lato, il contributo dell'azienda al cambiamento climatico, e in secondo luogo, per progettare un programma di miglioramento basato sulle buone pratiche ambientali per ridurre o compensare le emissioni di gas a effetto serra, calcolate come quantita' di CO2 equivalente ", dice l'ingegner Andres Arena, direttore operativo della cantina Salentein.
I gas a effetto serra sono quelli che, aumentando la loro concentrazione in atmosfera, determinano una maggiore grado di assorbimento della radiazione infrarossa, causando una tendenza al rialzo della temperatura globale, fenomeno comunemente conosciuto come cambiamento climatico.
In Sud America il processo e' stato guidato dal Cile, con cantine come De Martino. In Argentina, Salentein opera sul cosiddetto ciclo di vita del prodotto, dalla nascita al consumo, ottenendo cosi' la certificazione completa delle emissioni di anidride carbonica durante il processo di produzione del vino da un organismo riconosciuto a livello internazionale (Carbon Trust ). Norton e' in corsa per la certificazione mentre Bodega Renacer ha certificato il processo di produzione del vino con Carbon Neutral.
Molte di piu' sono le cantine che si occupano di sostenibilita' in generale (Zuccardi, Trapiche, Navarro Correas, Luigi Bosca, Catena, Lopez, tra le altre grandi imprese). In un altro capitolo rientrano i casi dell’agricoltura biodinamica e dell'agricoltura biologica come Colome’ e Familia Cecchin, tra gli altri.
In ogni caso, l'industria del vino, dicono gli esperti, e' una delle meno inquinanti del pianeta.
L'accresciuta sensibilita' per questi temi ha avuto inizio in zone piu' popolose come l’Europa, un paradosso, perche' mentre i paesi sviluppati stanno diventando consapevoli e investono nella conservazione delle risorse naturali, le nazioni in via di sviluppo sono nella necessita' di usarle al limite della loro capacita' per alimentare, soprattutto, le grandi potenze.
In particolare, proprio queste (grandi potenze) dovrebbero smettere di fare pressione sul pianeta, specialmente con l'uso dei combustibili fossili.
Ma come si fa a misurare l’impronta del carbonio?
Ci sono consulenti  internazionali che forniscono servizio di misurazione, come Alex Steward e Green Solutions. Ci sono anche aziende di diversi settori che, mobilitate dalle tendenze globali - consapevolezza ambientale, responsabilita' sociale delle imprese insieme ai requisiti internazionali – hanno implementato modelli di gestione per migliorare l'efficienza operativa e per risparmiare energia e denaro, generare nuovo business, soddisfacendo le richieste dei clienti e approfondendo una politica di impresa sostenibile.
"Un percorso metodologico per stabilire l'impronta di carbonio prevede le seguenti fasi - dice Luis Steindl, manager di Bodegas Norton – sviluppare gli ecobilanci (misurazione dei gas serra) di quello che si vuole misurare, prodotto o processo; definire il ciclo di vita o il campo di misurazione;  realizzare analisi e convalida dei dati; calcolare la quantita' di CO2".

Le cantine
La politica di sostenibilita' di Bodegas Salentein include la suddetta certificazione dell’impronta di carbonio durante il processo di produzione del vino; la ISO 14001:2004; la gestione delle coltivazioni con tecniche sostenibili; la riduzione dell'uso di energie rinnovabili e rifiuti; l'uso di diserbanti solo quando strettamenteconservazione di oltre 120 ettari di habitat desertico nativo; il risparmio di energia elettrica.
Da parte sua, Bodegas Norton ha anche implementato e certificato la ISO 14001 per la gestione ambientale. Ha ottimizzato le risorse naturali (come l'acqua), costruendo invasi impermeabilizzati e diffondendo  l’irrigazione a goccia in quasi tutti i vigneti, con impianti di trattamento degli scarichi industriali e di riutilizzo delle acque reflue trattate per l'irrigazione. "In questo modo abbiamo ridotto il consumo da 8 a 2 litri di acqua per litro di vino prodotto. Nel 2010 abbiamo ottenuto il certificato di Qualita' Idrica del Dipartimento generale per l'irrigazione del governo di Mendoza", dice Steindl. e' in corso il processo di certificazione dell'impronta di carbonio.
Per quanto riguarda la Bodega Renacer, questa ha lavorato alla riduzione delle emissioni di carbonio insieme alla societa' Carbon Neutral. Per due mesi e' stato sottoposto a un processo di auditing. Il risultato ottenuto dalla Carbon Neutral ha portato alla conclusione che 350 tonnellate di CO2 sono rilasciate in atmosfera ogni anno a causa della consegna dei vini sui diversi mercati. Partendo da questo dato e' iniziata la riduzione.

L'elemento nobile
Date le cifre indicate, quasi tutte le attivita' dovrebbero mirare, in un modo o nell'altro, verso forme piu' sostenibili di produzione. In questo contesto si inserisce, come cliente principale delle cantine, il piu' grande produttore mondiale di contenitori in vetro, Owens-Illinois, e la sua campagna lanciata di recente “Vidrio es Vida” (il vetro e' la vita), con esponenti come Celine Cousteau, nipote dell’esploratore del mare Jacques Cousteau, con una vita dedicata interamente alla sensibilizzazione sulla cura per il pianeta.
La campagna di marketing, che e' stata diffusa sulla stampa, online e sui social network in 12 Paesi e 7 lingue, e' stata progettata per mostrare i vantaggi del vetro rispetto ad altri materiali.
Nel video realizzato, Celine Cousteau dice: "Quando confronto i contenitori di vetro e quelli di plastica, il vetro e' piu' pulito, piu' sano e piu' buono. Perche' e' fatto di elementi naturali, non rilascia nessun tipo di sostanze chimiche nell’ambiente ed e' riciclabile all’infinito. Se veramente vuoi preoccuparti della tua salute e dell’ambiente, il vetro e' l'opzione migliore. "
Owens-Illinois e la sua campagna “Glass is Life” hanno avuto lo stand nella Feria Vinos y Bodegas 2011, nello scorso settembre, a La Rural.

[fonte La Nacion/Agra Press; foto Glass is Life]


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martedì 22 novembre 2011

I vini biodinamici al Vinitaly 2012

Dopo che da alcuni anni i vini biologici sono entrati di diritto nel panorama del Vinitaly, la più importante manifestazione italiana sul vino, ora tocca ai biodinamici avere un riconoscimento.
E' una buona notizia per tutto questo mondo, e quindi anche per noi del Vino Biologico.


I VINI DA AGRICOLTURA BIODINAMICA NEW ENTRY A VINITALY 2012

I vini da agricoltura biodinamica saranno una delle principali novità del Vinitaly 2012.
Uno spazio appositamente allestito al primo piano del Palaexpo, infatti, accoglierà aziende italiane ed estere che producono secondo le regole dell’agricoltura biodinamica.
Non è l’unica novità per la prossima edizione di Vinitaly. Con il cambio di cadenza settimanale, il Salone diventa più aderente alle esigenze commerciali di espositori ed operatori e maggiore attenzione viene data al canale horeca, che ha risposto al sondaggio “Vinitaly incontra la ristorazione”.

I vini da agricoltura biodinamica protagonisti di Vinitaly 2012: il più grande salone del vino al mondo dedicato al vino apre un vetrina internazionale a una nicchia di mercato fatta di piccoli numeri, ma che fa tendenza rispetto alla richiesta di qualità globale.
Un centinaio le aziende italiane ed estere che hanno scelto di aderire alla nuova iniziativa di Vinitaly, che prevede uno spazio appositamente allestito al primo piano del Palaexpo.
Non sarà questa comunque l’unica novità della 46^ edizione di Vinitaly, in programma da domenica 25 a mercoledì 28 marzo 2012 (www.vinitaly.com), anche per effetto del cambio di cadenza settimanale e della riduzione dei giorni di manifestazione deciso da Veronafiere. Vinitaly sarà infatti ancora più business-oriented, con costi ottimizzati per gli espositori, impegni sempre più mirati per gli operatori professionali e un occhio di riguardo al canale horeca.
"Si tratta di un’evoluzione dell’organizzazione fieristica necessaria per raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati al momento di decidere il cambio di data – afferma Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere -; obiettivi che sono quelli di aumentare il già alto tasso di internazionalità della manifestazione e di incrementare le possibilità di contatti commerciali, in particolare con le categorie hộtellerie, ristorazione e catering".
Proprio il canale horeca, nel sondaggio “Vinitaly incontra la ristorazione italiana”, realizzato intervistando 300 ristoratori top estrapolati dall’incrocio delle principali guide del settore, ha evidenziato l’importanza per questa categoria di operatori di visitare la rassegna e avere eventi dedicati. Il 46% degli intervistati ha dichiarato di essere stato a Vinitaly, dando nell’88% delle risposte un giudizio da buono ad ottimo della manifestazione. Merito della capacità dell’evento di aiutare a: stabilire nuovi contatti (capacità buona per il 53% delle risposte, ottima per il 31%); concludere accordi commerciali (48 e 9%); capire le tendenze di mercato (46 e 23%).
Da domenica 25 a mercoledì 28 marzo 2012 appuntamento anche con le rassegne Sol e Agrifood Club, che completano l’offerta di Veronafiere nel settore wine&food. Una contemporaneità di eventi che trova riscontro positivo nelle risposte date dai ristoratori del sondaggio che hanno visitato Vinitaly: il 33% di loro è stato anche a Sol e Agrifood Club, un altro 37% ad almeno una delle due iniziative.
Nelle stesse date, come di consueto, appuntamento anche con Enolitech, salone delle tecnologie per le filiere vitivinicola e oleria.
L’edizione 2011 di Vinitaly ha visto la presenza di 156.000 visitatori, dei quali 48.000 esteri (+3% sul 2010) da più di 110 Paesi, con la Germania in testa, seguita da Stati Uniti e Canada, Regno Unito, Svizzera, Francia, Austria, Paesi dell’Est Europa con una forte presenza della Russia, Cina e Hong Kong.


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