Corsi di degustazione dei vini biologici

Corsi di degustazione dei vini biologici
Marzo 2015 a Roma

mercoledì 30 marzo 2011

Presentato a Roma Biancodarco, il Frascati Doc senza solfiti

PRESENTATO A ROMA BIANCODARCO, IL FRASCATI DOC BIOLOGICO SENZA SOLFITI DELLA COOPERATIVA AGRICOLTURA CAPODARCO


È stato presentato oggi a Roma, nell'Enoteca regionale Palatium, il vino Biancodarco 2010, il Frascati Superiore Doc senza solfiti della cooperativa biologica Agricoltura Capodarco di Grottaferrata (Roma).
Il Biancodarco è stato prodotto nell'ambito di una sperimentazione promossa da un progetto Pif (Progettazione integrata di filiera) di Federbio e del Consorzio ad Maiora.


Il Biancodarco è un vino prodotto con uve da agricoltura biologica, vinificato seguendo un disciplinare privato di vinificazione biologica certificato da un organismo di controllo. In tutta la lavorazione del vino non c’è aggiunta di solfiti; oltre a non avere solfiti aggiunti, il vino è a tutti gli effetti “senza solfiti” perché la concentrazione dei solfiti naturali (prodotto naturale della fermentazione alcolica) non supera i 10 mg/litro; come noto, oltre questa concentrazione è obbligatorio riportare in etichetta la dicitura “contiene solfiti”.

La presentazione, coordinata dal giornalista Luigi Jovino de “Il Messaggero”, è stata aperta dall’agronomo Leandro Dominici, coordinatore del progetto Federbio.

Salvatore Stingo, presidente di Agricoltura Capodarco,
ha sottolineato la scelta dell'agricoltura biologica in armonia con la missione sociale della cooperativa, che da sempre opera con soggetti svantaggiati (disabili fisici e psichici ecc.). In questa linea si colloca anche la scelta di produrre un vino buono per la salute dei consumatori come il Biancodarco.

Paolo Carnemolla, presidente di Federbio
, ha ribadito l'importanza per l'Italia di una normativa europea sui vini bio o, in alternativa, di un disciplinare nazionale.

Giulio Somma dell'Arsial
ha sottolineato le peculiarità del Biancodarco come esempio della qualità dei vini del Lazio; Somma ha anche annunciato che al prossimo Vinitaly ci sarà la presentazione di Pro.Bio., l'associazione di produttori biologici di vini del Lazio, cui aderisce Capodarco.

Marco Esti, professore di enologia all'Università della Tuscia, responsabile del processo di vinificazione
insieme all’enologo Marco Ciarla, ha spiegato il processo di vinificazione, che è stato adattato alle tecnologie dell'azienda, senza investimenti supplementari, ma con la cura meticolosa delle varie fasi di lavorazione in cantina.

Al termine dell'incontro si è svolta la degustazione del Biancodarco, guidata dal giornalista Pier Francesco Lisi.
  


Share/Bookmark

giovedì 24 marzo 2011

Roma: presentazione del Biancodarco, il Frascati Superiore Doc senza solfiti

Vi segnalo la presentazione alla stampa del Biancodarco, il primo Frascati Superiore Doc senza solfiti, frutto di un progetto sperimentale molto interessante.
I vini senza solfiti sono un prodotto sempre più richiesto da consumatori sensibili o allergici a questi composti.
Il Biancodarco è prodotto dalla cooperativa biologica Agricoltura Capodarco di Grottaferrata (Roma).
L'appuntamento è per martedì 29 marzo 2011 a Roma, all'Enoteca regionale Palatium, in via Frattina.



Biancodarco, il primo Frascati Superiore Doc solfiti free

Presentazione alla stampa martedì 29 marzo 2011, ore11,00 all’Enoteca Regionale Palatium del Lazio

Martedì 29 marzo 2011 alle ore 11,00 a Roma, nella Enoteca Regionale Palatium del Lazio, via Frattina n.94, sarà presentato alla stampa Biancodarco, il primo Frascati Superiore Doc da agricoltura biologica ottenuto completamente senza aggiunta di solfiti. Il Biancodarco è prodotto dalla cooperativa biologica Agricoltura Capodarco, storica realtà del biologico e dell’agricoltura sociale della nostra regione.

Il Biancodarco è stato prodotto all’interno di una sperimentazione prevista dal progetto “SVILUPPO E TRASFERIMENTO DI SISTEMI INNOVATIVI DI PRODUZIONE PER LA QUALITÀ E SALUBRITÀ AL CONSUMO DI VINI DEI CASTELLI ROMANI”, promosso da FederBio (Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica) e dal Consorzio “Ad Maiora” nell’ambito della Progettazione Integrata di Filiera promossa dalla regione Lazio attraverso il PSR 2007-2013.

Alla presentazione alla stampa interverranno:
  • Erder Mazzocchi, commissario dell’Arsial Lazio;
  • Giulio Somma, dirigente ARSIAL;
  • Paolo Carnemolla, presidente di FederBio;
  • Salvatore Stingo, presidente di Agricoltura Capodarco;
  • Marco Esti, professore di Enologia all’Università della Tuscia di Viterbo, che ha curato lo schema di vinificazione senza solfiti aggiunti insieme all’enologo Marco Ciarla.
Moderatore: Luigi Jovino, giornalista
Dopo la presentazione e l’intervento degli ospiti, si svolgerà una degustazione del Biancodarco 2010, guidata da sommellier.

I solfiti sono una sostanza dannosa alla nostra salute perché tossici e allergenici; sono presenti nei
vini e in altri alimenti, come birra, bevande fermentate e prodotti a base di frutta.
I consumatori sensibili a queste sostanze sono in aumento e quindi sul mercato sono sempre più richiesti i vini senza solfiti.

Per informazioni:
Ufficio stampa - Pier Francesco Lisi 3471836285 pflisi@pflisi.it
Agricoltura Capodarco www.agricolturacapodarco.it 06-94549191
FederBio www.federbio.it e-mail: info@federbio.it


Share/Bookmark

Vini biologici senza solfiti aggiunti

La produzione di vini senza solfiti è una delle nicchie dei vini biologici. 
I solfiti sono tossici e allergenici: sono sempre di più i consumatori che cercano di evitarli.
Il caso del Biancodarco, il primo Frascati Superiore Doc senza solfiti.


Uno degli obiettivi dell'enologia di oggi è quello di ottenere vini sempre più attenti alla salute dei consumatori. Uno degli elementi sotto osservazione sono i solfiti. La riduzione dei solfiti in vinificazione è un punto di forza di molte cantine, non soltanto biologiche.

Il risultato massimo di questa filosofia è quello dei vini senza solfiti aggiunti. In pratica, in nessuna fase della vinificazione c'è l'aggiunta di solfiti. Ovviamente, esiste una certa aliquota di solfiti prodotti naturalmente durante la fermentazione alcolica. Con particolari accorgimenti, come ad esempio l'uso di ceppi di lieviti selezionati a bassa produzione di solfiti, si può ulteriormente ridurre questa produzione, fino a restare entro la concentrazione di 10 mg/L, limite al di sopra del quale è obbligatorio riportare sull'etichetta del vino la dicitura "contiene solfiti".
Di passaggio, è bene notare che ai fini della nostra salute non fa praticamente differenza se i solfiti siano prodotti naturalmente o se siano stati aggiunti in cantina.

Come noto, infatti, i solfiti sono sostanze tossiche e allergeniche. In ogni persona producono effetti tossici, in base alle dosi assunte e alla sensibilità individuale, al peso, al sesso e all'età della persona che le assume. Il sintomo più comune è il mal di testa. Ci sono poi persone allergiche, in cui l'assunzione di piccole dosi di solfiti scatenano reazioni anche molto gravi, principalmente di tipo asmatico, fino al (raro) shock anafilattico. I solfiti (sigla E220/E228) non sono presenti solo nei vini: li troviamo in tanti alimenti, come fichi secchi, olive, bibite gassate, piatti pronti ecc.

Sono ormai parecchi i produttori biologici italiani che fanno vini senza solfiti, soprattutto rossi, come quelli delle Cantine Torboli (www.cantinenaturali.it), uno dei pionieri dei vini senza solfiti aggiunti, o il più recente Platea Zero, un Igt Lazio da uve Montepulciano e Cesanese di Francesca Cardone Donati (www.cantinacardone.it).
Tra le bollicine da citare Animae, il Prosecco senza solfiti della Perlage di Soligo (www.perlagewines.com).

Un esperimento recentissimo è il Biancodarco 2010, un Frascati superiore Doc di Agricoltura Capodarco (www.agricolturacapodarco.it/), storica realtà del biologico nel Lazio. Il vino è stato costruito su uno schema di vinificazione in assenza di solfiti aggiunti curato dal prof. Marco Esti dell'Università della Tuscia.

In commercio dal gennaio 2011, Biancodarco è nato da un processo adattato alla realtà già esistente nella cantina e guidato dal criterio generale della tempestività della varie fasi di vinificazione.
Tra le tecniche usate:
  • la selezione delle uve, 
  • la pressatura soffice in presenza di CO2 (ghiaccio secco),
  • l'inoculo con uno starter per l'avvio rapido della fermentazione,
  • la stabilizzazione tartarica e la chiarifica a bassa temperatura, effettuate in contemporanea,
  • l'imbottigliamento in condizioni isobariche.
Tra l'altro non sono state usate proteine animali in chiarifica ma proteine vegetali da leguminose, per cui il vino è “allergen free” ed è adatto anche ai consumatori vegetariani e vegani.

Una nicchia di mercato interessante, quella dei vini senza solfiti, secondo i produttori, anche perché può recuperare al consumo del vino fasce non trascurabili di consumatori che non possono bere i vini convenzionali.


Approfondimento sui solfiti
[fonte Eufic, European Food Information Council]
Tra le sostanze che possono causare problemi in soggetti sensibili vi è il gruppo dei cosiddetti solfitanti, che comprende vari additivi a base di solfito inorganico (E220-228), tra cui il solfito di sodio, il bisolfito di potassio e il metabisolfito, contenente biossido di zolfo (SO2). Questi conservanti vengono usati per controllare la crescita microbica nelle bevande fermentate e trovano largo impiego da oltre 2000 anni nel vino, nella birra e nei prodotti a base di frutta. Nei soggetti sensibili (asmatici), i solfiti possono scatenare asma, con difficoltà respiratorie, fiato corto, respiro affannoso e tosse.

[foto publicdomainpictures.net]

  


Share/Bookmark

lunedì 7 marzo 2011

Sei un giovane produttore biologico di vini? Vai gratis al Vinexpo di Bordeaux

Se hai meno di quarant'anni e hai un’impresa agricola vitivinicola, puoi andare gratis al Vinexpo di Bordeaux; se la tua azienda è biologica, hai qualche possibilità in più perché avrai più punteggio nella graduatoria. Hai tempo fino al 31 marzo 2011 per presentare la tua domanda.

L’opportunità, davvero interessante, è offerta dall’Oiga, l’Osservatorio per la Imprenditorialità Giovanile in Agricoltura.
Il Vinexpo è una della maggiori manifestazioni enologiche del mondo e si svolge dal 19 al 23 giugno 2011. 

Come detto, tra i criteri per la formazione della graduatoria puoi avere fino a 10 punti se la tua azienda aderisce a un sistema di qualità certificato, come il biologico.

Il bando copre i costi di iscrizione alla fiera e l’affitto dello stand.
Di seguito trovi tutte le informazioni utili ed i criteri per la graduatoria.


L'OIGA, l’Osservatorio per la Imprenditorialità Giovanile in Agricoltura, con il contributo del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, offre l'opportunità a 30 giovani titolari di imprese agricole operanti nel settore della produzione del vino e delle sostanze liquorose, di partecipare gratuitamente alla manifestazione fieristica Vinexpo 2011 che si svolgerà dal 19 al 23 giugno 2011 a Bordeaux (Francia).
Lo scopo è promuovere l'imprenditoria agricola giovanile e accrescere l'interesse dei giovani verso il settore primario presentando aziende agricole meritevoli.
Possono partecipare alla selezione i giovani titolari di imprese agricole che svolgono attività di impresa sul territorio italiano, che abbiano la qualifica di imprenditore agricolo o coltivatore diretto e un'età inferiore ai quarant'anni al momento della presentazione della domanda.
Scadenza: 31 marzo 2011

Qui trovi il bando.
Qui trovi la modulistica.

Formazione della graduatoria
La graduatoria degli ammessi sarà formata attraverso l’attribuzione dei seguenti punteggi, per un
massimo di 60 punti:
  1. aziende che dimostrino di aver conseguito, per il complesso delle proprie attività risultati innovativi e di successo, nonché un miglioramento globale di tutti gli aspetti imprenditoriali e non esclusivamente limitato a quelli economici: max 20 punti.
  2. aziende dotate di sistemi di qualità certificati ai sensi della normativa comunitaria, oppure riconosciuti dal Mipaaf, nonché di natura privatistica (a titolo esemplificativo: DOC, DOCG, DOP, IGP, Reg. (CE) 834/07 (agricoltura biologica), Global Gap, I.F.S., ecc.): max 10 punti;
  3. aziende che dimostrino la capacità di poter migliorare la propria attività imprenditoriale e commerciale utilizzando i risultati della partecipazione al Vinexpo 2011, nonché le modalità con cui le stesse intendono trasferire i risultati di detta partecipazione al proprio comparto produttivo di appartenenza:max 10 punti;
  4. aziende che dimostrino capacità di sviluppare contatti commerciali anche con l’estero: max 10 punti;
  5. aziende che abbiano partecipato ad attività promosse dall’Osservatorio per l’Imprenditorialità Giovanile in Agricoltura (OIGA): max 10 punti.
A parità di punteggio sarà utilizzato il criterio di priorità della minore età del titolare dell’azienda o del legale rappresentante in caso di società.


Share/Bookmark

sabato 5 marzo 2011

Offida: convegno sui vini biologici di Amab Marche

Nei giorni scorsi si è svolto a Offida (Ascoli Piceno) un interessante convegno sui vini biologici organizzato da Amab Marche e dal progetto Bioregione Marche. Di seguito trovate la sintesi degli interventi principali. Sono stati trattati temi che vanno dalla normativa all'agronomia, dalla difesa del vigneto alla vinificazione, dal mercato alle preospettive future del settore.


Si è svolto nei giorni scorsi a Offida (Ascoli Piceno), nella sede dell’Enoteca Regionale delle Marche, un convegno regionale sulle prospettive future del vino biologico, organizzato da Amab Marche nell’ambito delle attività di informazione del progetto Bioregione Marche.

Di tale bevanda/alimento, che rappresenta un settore in crescente sviluppo nelle filiere biologiche marchigiane, si è parlato con un qualificato gruppo di esperti, partendo dai nuovi aspetti normativi in corso di discussione a livello ministeriale, alle innovazioni di tipo agronomico, tecnologico, di difesa fitosanitaria, fino ad arrivare al mercato nei suoi nuovi sbocchi futuri.


I lavori, moderati dal giornalista enogastronomico Pier Francesco Lisi, sono stati aperti da Stefano Bartolucci di Amab Marche.

La presentazione di Salvatore Basile, vice Presidente di Aiab Nazionale, ha tracciato tutto il  percorso che ha portato alla definizione provvisoria del nuovo regolamento che dovrebbe fissare limiti e regole comuni, condivise, per arrivare al mercato con un prodotto certificabile come “Vino Biologico”.
E’ una esigenza immediata per i produttori con un mercato in forte crescita, quella di avere un prodotto identificabile, ben visibile e tracciabile, su cui fare opportune azioni di marketing e promuovere il prodotto in un mercato concorrenziale.

Ruggero Mazzilli, ricercatore della stazione sperimentale di viticoltura sostenibile di Gaiole in Chianti, ha presentato le nuove tendenze di coltivazione per una viticoltura sostenibile tenendo conto degli elementi del “Terroir”.
In controtendenza a volte da quanto definito nei disciplinari e nei protocolli di qualità che tendono a standardizzare la produzione della vite secondo linee statiche ed uniformi che tengono conto della sola carica di gemme sui capi a frutto e del numero di grappoli per pianta, Mazzilli rimette in discussione tutta la gestione del vigneto.
Il produttore deve partire da un’attenta analisi del terreno, dei profili stratigrafici che affiorano e ben visibili anche ad occhio nudo, per gestire in modo dinamico la produzione su tutte le piante. Grande attenzione dunque alla potatura, unico mezzo per equilibrare il sistema radice-foglia-grappolo in funzione della zona i cui è posizionata la pianta. Per fare qualità, sostiene, non occorre ridurre drasticamente il numero di grappoli per pianta ma occorre equilibrare la produzione pianta per pianta nel numero delle gemme sui capi a frutto. I grappoli devono beneficiare di tutti quei fattori che sono alla base di una buona e rapida maturazione (radici, foglie, nutrienti), per ridurre i fenomeni di scalarità di maturazione sul grappolo stesso. Molta attenzione anche alle pratiche che permettono di risparmiare acqua come l’inerbimento, e una meccanizzazione molto leggera che preservi lo strato poroso superficiale del terreno.

Gianfranco Romanazzi, dell’Università Politecnica delle Marche,
ha presentato i dati di una ricerca condotta nella Regione Marche sull’impiego di rame a basso dosaggio in viticoltura biologica.
Nel rispetto dell’impiego dei 6 kg di rame ad ettaro dal 2006 per i trattamenti contro la peronospora, la ricerca condotta in collaborazione con l’Amab Marche, ha evidenziato che esiste una possibilità di ridurre i dosaggi anche del 40% delle dosi indicate in etichetta, utilizzando in sinergia sostanze alternative. Le sperimentazioni condotte per tre anni su vitigni bianchi e rossi in diversi contesti ambientali hanno dato ottimi risultati nel contenimento della malattia.

Fabio Chinnici, dell’Università di Bologna, ha trattato il controverso tema dell’impiego della solforosa in biologico. Su tali limiti d’impiego è oggi fermo l’emendamento del nuovo regolamento, che vedono paesi membri favorevoli alla totale abolizione e paesi che richiedono limiti più alti d’impiego di solforosa. Secondo dati sperimentali, applicando una buona tecnologia e un buon igiene in cantina, è ragionevole ipotizzare una riduzione di solforosa anche del 30% rispetto al limite attualmente consentito, mantenendo buone caratteristiche qualitative dei vini ed evitando ossidazioni indesiderate.

Andrea Arzeni, dell’Inea Marche, ha presentato i dati dello studio di fattibilità condotto sulle filiere biologiche marchigiane.
Il settore del vino biologico, seppur ancora di modeste dimensioni nella Regione Marche rappresenta un esempio di filiera strutturata di prodotto con sbocco diretto nel mercato interno ed estero.
L’attuale filiera vitivinicola è strutturata con piccoli produttori che vendono direttamente il prodotto alle cantine oppure lo trasformano direttamente. Quindi filiera lunga e filiera corta devono valutare bene sia gli aspetti complementari, sia gli aspetti concorrenziali.
Buona la volontà di aggregazione delle aziende con scarsa propensione al rischio d’impresa che ostacola la formazione di nuove organizzazioni di filiera. Anche nel vino, sostiene Arzeni, per le filiere bio occorre mantenere sempre un giusto equilibrio tra produzione e sostenibilità, unico elemento distintivo di queste filiere specializzate e dedicate al metodo biologico.
Non solo reddito dunque ma anche presidio del territorio e tutela ambientale. Il pubblico deve continuare a sostenere il reddito dei viticoltori, affinché indirettamente tutti possano beneficiare di un’ambiente meno inquinato. Occorrono inoltre in futuro nuove strategie di aggregazione per differenziare l’offerta in mercati con nuove competitività.

Giovanni Vagnoni, membro del consiglio del Consorzio di tutela dei vini piceni, porta l’esperienza  diretta del Consorzio che ha deciso di ristrutturare sia la gestione interna sia la politica di vendita del prodotto.
Nella Regione Marche, il settore del vino è per il 90% della produzione aggregato dal Consorzio di Tutela dei vini Piceni e dall’Istituto di tutela dei vini Marchigiani.
Partendo da un’attenta analisi critica della gestione attuale del Consorzio alla luce di quanto richiesto dai nuovi scenari di mercato, Vagnoni sostiene che il Consorzio Piceno in futuro fisserà nuovi obiettivi da raggiungere con tre linee strategiche: partecipazione, promozione e produzione.
La promozione deve essere più capillare, con metodi diretti e mirati, considerando che il ritorno di quella fatta sulla stampa è di appena il 4%. Puntare inoltre su grandi eventi nazionali ed internazionali con produzioni organizzate per soddisfare la domanda.
Inoltre il socio deve recuperare il ruolo decisionale, attraverso la formazione di gruppi di lavoro che facciano partecipare le cantine nella programmazione delle attività stesse.

Roberto Luciani, Dirigente del Servizio Agricoltura della Regione Marche, ha concluso la giornata di lavori confermando che il sostegno alle filiere è l’unica scelta strategica d’indirizzo politico che la Regione Marche intende sostenere nel futuro. A conclusione del periodo di programmazione 2007-13, tutto il sostegno economico sarà indirizzato verso quelle politiche di aggregazione che tendono ad aggregare il prodotto, consorziare i mezzi di produzione, condividere strategie di crescita comuni.
A tal proposito, ricorda Luciani che dopo un recente accordo tra i due principali Consorzi di produttori vitivinicoli Marchigiani per promuovere i vini della Regione unitariamente anche  all’estero, l’Assessore all’agricoltura Paolo Petrini è proprio in questi giorni di ritorno da Amburgo in Germania con una delegazione di quaranta aziende vitivinicole per promuovere in modo unitario tutto il territorio marchigiano.
Anche nel biologico dunque, visto il forte aumento dei consumi sono auspicabili politiche di aggregazione  e di promozione unitaria finalizzate a mantenere la propria individualità tra le aziende trovando obiettivi e strategie comuni. Solo così si possono ridurre anche costi che si ripetono inutilmente.


Share/Bookmark