In vino veritas?
Pubblichiamo un articolo della naturopata Susanna Berginc di Trieste, tratto dalla newsletter del suo sito Naturalmente. Ci sono spunti interessanti anche per la produzione ed il consumo di vini biologici.
Certamente in una regione come la nostra (il Friuli Venezia Giulia, ndb), dove il vino ha fatto e fa ancora cultura, non è facile parlarne male. Ma purtroppo il vino è l'alimento che può "vantare" il più alto numero di frodi, e nemmeno il migliore esperto se non lo sa, può dire "questo è un vino genuino" oppure se è fatto col bastone, come si suol dire.
Dal punto di vista legale, le cose non vanno meglio: norme disordinate, incuranti della salvaguardia della qualità del vino, che permettono ai produttori di venderci veramente delle emerite schifezze, dato che in Italia la legge li esenta dall'obbligo di elencare in etichetta ingredienti ed additivi.
Iniziamo dai solfiti, che preservano nel tempo le caratteristiche del vino, proteggendolo dal deterioramento provocato da micororganismi bloccando muffa e batteri. Fin qui tutto bene, ma resta il fatto che gli effetti tossicologici più rilevanti sono: l'inattivazione della vit.B1 (a seguito della sua carenza, opera anche del dilagante abuso di zucchero, abbiamo sintomi quali stanchezza cronica, depressione e rabbia), irritazione dell'apparato digerente, cerchio alla testa (infatti i solfiti sono i responsabili degli effetti sgradevoli dopo il consumo di vino).
Vediamoli nel dettaglio.
- E 220 Anidride solforosa. Può causare reazioni allergiche, asma, provoca la perdita di calcio e distrugge la B1. E' un irritante del tubo digerente.
- E 221 Sodio solfito E 222 Bisolfito di sodio - E223 Metabisolfito di sodio - E224 Metabisolfito di potassio
- Provocano mal di testa e reazione di sensibilità, debolezza, respirazione faticosa, tosse e ansimazione.
- E 225 Potassio solfito. Vietato in svizzera.
- E 226 Solfito di calcio - E 227 Bisolfito di calcio. Vietati in Australia.
- E 228 Potassio solfito acido. Vedi E 220.
NdS: Se una sostanza è vietata in un altro paese, un motivo ci dovrà ben essere.
Nel vino si possono anche aggiungere lieviti, bicarbonato, fosfati, acido tartarico e citrico, acidificazioni e disacidificazioni, enocianina e tannino (essendo astringente, provoca stitichezza in soggetti predisposti), caseina e cabinati, albumine animali, zucchero, azoto, enzima invertasi per trasformare il saccarosio in glucosio e produrre vini artificiali legali. Ma è anche legale (DM 12/3/1968) l'uso di isosolfocianato di etile (essenza di senape) che viene sciolta nella paraffina (che si estrae con solventi dal petrolio), di enzimi pectolitici (DM 8/9/1976) che se non vengono usati correttamente possono formare alcole metilico (metanolo!).
Addirittura si può chiedere l'autorizzazione per la "demetallizzazione" (DM 5/9/1962), e cioè eseguire un lungo trattamento con ferrocianuro di potassio che, se non viene eseguito a regola d'arte può lasciare nel vino residui di ferrocianuri e di acido cianidrico libero e combinato. Dal 1980 (DM 28/11/1980 e succ. modifiche) si può elaborare il mosto con l'aggiunta di resine ioniche, con una tale lista di cautele che sembra stiano parlando di un esplosivo.
In conclusione, gli acronimi D.O.C e D.O.C.G. non indicano la bontà o la genuinità del vino, ma SOLAMENTE la tutela del nome e del marchio associato a quel tipo di vino!
Come fare allora, per bersi in pace un buon bicchiere di vino? Sull'etichetta vanno bene scritte del tipo "Imbottigliato all'origine da..", "Vinificato e imbottigliato da..", "Vino ottenuto da uve prodotte nelle proprie tenute e imbottigliato all'origine dal viticoltore". Invece non va bene la dicitura "Vino prodotto ed imbottigliato in zona d'origine" in quanto significa che il vino è prodotto ed imbottigliato nella stessa zona dell'uva ma la sua qualità e provenienza non può essere accertata. Peggio ancora se c'è solo scritto "Imbottigliato da.".
Anche i più seri produttori possono impiegare diversi additivi chimici; se siete affezionati ad un vino, scrivete al produttore e chiedete informazioni.
Un discorso a parte lo merita il vino biologico pochi altri prodotti con tecniche e in impianti moderni, che viene prodotto da uve trattate solo con fertilizzanti e concimi organici, senza pesticidi (che rimangono nel vino) od altri additivi. Chi soffre di disturbi quali asma, cefalee ricorrenti, stanchezza e non vuole rinunciare al suo bicchier di vino, provi per un periodo un vino biologico per rendersi conto della differenza.
Bibliografia
La chimica in pentola, di Roberto Pinton, Gaia Book
Quattro sberle in padella, di S. Carnazzi e S. Apuzzo, Stampa Alternativa
La nuova dietetica, di Luigi Costacurta, Ed. Medicina Naturale
3 commenti:
Grazie per l'articolo, davvero interessante. MI chiedevo infatti perchè, ogni volta che bevevo la sera anche solo 1 mezzo bicchiere di vino rosso, mi ritrovavo il giorno dopo con un mal di testa pazzesco.
Ho provato una volta (quasi per caso) del vino biologico, bevuto con amici tre bicchieri, ed il giorno dopo stavo benissimo!
D'ora in avanti darò sempre un occhiata alle etichette prima di acquistare un vino..
Grazie a te per l'attenzione; sul nostro blog ci occupiamo spesso di vino e salute, quindi trona a trovarci.
Ancora per Luca: ci sono altri componenti nel vino, oltre alla anidride solforosa, che possono provocare allergie, reazioni dell'organismo ecc.
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