Corsi di degustazione dei vini biologici

Corsi di degustazione dei vini biologici
Marzo 2015 a Roma

giovedì 1 marzo 2012

Fanfulla Finest Wine e Critical Wine - Roma (25 marzo 2012)

Fanfulla Finest Wine e Critical Wine - IV mercato dei Contadini Critici 
Domenica 25 marzo 2012
Roma - Quartiere Pigneto

Forte Fanfulla - Via Fanfulla da Lodi, 5


Al Forte Fanfulla di Roma (in via Fanfulla da Lodi, al Pigneto), domenica 25 marzo dalle ore 10.30 alle ore 20 ci sarà una giornata dedicata alla degustazione e alla vendita diretta di vini biologici e biodinamici, alimenti naturali e altamente selezionati, come miele, formaggi, salumi e altri prodotti tipici delle varie regioni d'Italia.

Con una quindicina di aziende agricole presenti, il mercato dei Contadini Critici al Forte Fanfulla proporrà a visitatori e curiosi vino, olio, miele, conserve, nocciole, formaggi, pane e farine. O meglio, saranno gli stessi produttori a presentare agli avventori del Forte Fanfulla i loro prodotti. Un'occasione per conoscere le piccole aziende agricole che rappresentano la spina dorsale del settore primario italiano e per avvicinarsi al vino e al cibo naturali e biologici, senza passare per intermediari.

L'iniziativa è promossa dal movimento dei Contadini Critici, che è in prima linea per la costruzione dell’agricoltura del futuro: sana, naturale, sostenibile. Praticata da contadini che presidiano il territorio, ne difendono le specificità, ne custodiscono la storia e le tradizioni.

Per informazioni e contatti
Forte Fanfulla

Vi ricordiamo che a Forte Fanfulla è attivo anche un Gas (Gruppo di acquisto solidale) specializzato nei prodotti biologici a filiera corta.


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giovedì 9 febbraio 2012

Il regolamento UE sui vini biologici: la posizione della Coldiretti

Continuiamo a presentare le varie opinioni e posizioni sul nuovo regolamento europeo che finalmente sancisce la nascita ufficiale dei vini biologici.Coldiretti sottolinea in positivo i numeri in crerscita del settore mentre denuncia una posizione troppo debole sulla riduzione della solforosa e quindi dei solfiti nei vini bio.

Il Comitato permanente per la produzione biologica (SCOF) ha approvato le nuove norme comunitarie per la produzione di  “vino biologico”, che saranno pubblicate nelle prossime settimane sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea.

Negli ultimi 5 anni, secondo i dati diffusi nell’ambito del progetto europeo Orwine, si registra nel settore dei vini da uve biologiche un aumento medio del fatturato del 18% con punte anche del 90%, mentre la previsione per i prossimi anni è di un incremento medio annuo medio del 13% che potrebbe anche raggiungere il 20%.

Secondo gli studi di mercato, quindi, il vino biologico sta conquistando un numero sempre maggiore sia di professionisti sia di semplici consumatori, in Europa come  negli Stati Uniti. Le stesse cooperative vinicole europee, essendo diventate molto più sensibili al tema ecologico hanno aumentato gli investimenti nei vini da uve biologiche.

Oggi, il numero di imprese agricole che producono vini da uve biologiche  è in aumento. Secondo studi di mercato, nel prossimo futuro, i consumatori considereranno il fattore ecologico come uno dei parametri principali per scegliere un vino, attribuendo al concetto di “rispetto per l’ambiente” un’importanza simile al prezzo, alla varietà o all'origine

Questo parametro può influire sul segmento di consumatori non particolarmente “appassionati esperti” che compra il vino nella Grande Distribuzione Organizzata e che è responsabile della maggior parte dei volumi del settore.

La domanda di vini biologici prodotti in Italia continua a svilupparsi positivamente anche se si registrano due tendenze contrastanti. Per chi vende vini biologici attraverso la ristorazione, la domanda di vini bio da parte dei consumatori non é particolarmente brillante, mentre la situazione del commercio specializzato è, invece, relativamente buona. Inoltre, al nord i vini da uve biologiche sono più richiesti che al sud.

Del resto, nei periodi di crisi, i consumatori frequentano meno i ristoranti e preferiscono concedersi vini di buona qualità da assaporare a casa: fra questi vi sono anche i vini da uve biologiche. Infine, per quanto riguarda i prezzi, questi restano stabili.

Coldiretti ritiene che l’adozione del regolamento comunitario sia un passo importante per garantire uno sviluppo adeguato al settore. Finalmente, grazie al fatto che le norme disciplinano l’intero processo enologico e non la sola fase di coltivazione in campo delle uve bio, si potrà etichettare il vino come “biologico” e non più come “ottenuto da uve biologiche“. Inoltre, sarà riconoscibile grazie all’apposizione in etichetta del logo europeo.

Tuttavia, l’Unione Europea ha, ancora una volta, perso l’occasione di emanare una legislazione che distingua nettamente un alimento ottenuto con il processo di produzione biologico rispetto a quello convenzionale, stabilendo dei limiti di impiego di anidride solforosa che non si discostano in modo significativo da quelli dei vini convenzionali. Infatti, iI tenore massimo stabilito di solfito per il vino rosso è 100 mg per litro (150 mg/l per il vino convenzionale) e per il vino bianco/rosé, 150mg/l (200 mg/l per il vino convenzionale), con un differenziale di 30mg/l quando il tenore di zucchero residuo è superiore a 2 g/l.

La scelta è stata di fatto “politica” per assecondare le esigenze di quegli Stati europei come la Germania che, pur non essendo vocati alla produzione di vini bio, vogliono comunque essere sul mercato con questa tipologia di prodotto. Sarebbe stato molto più rispettoso e coerente con il metodo di produzione biologico stabilire nel regolamento, l’obiettivo di produrre, entro un certo numero di anni, vini senza ricorrere all’anidride solforosa prevedendo un periodo transitorio di tempo ai produttori europei per adeguarsi.

La nuova normativa delude, quindi, le aspettative di Coldiretti che ha sempre sostenuto, consapevole della qualità delle uve del know how dei produttori di vini da uve biologiche italiani, di differenziare nettamente il vino biologico da quello convenzionale per rispondere alle legittime aspettative di quei consumatori che vogliono acquistare un alimento “il più naturale possibile”.


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mercoledì 8 febbraio 2012

Regolamento UE sui vini biologici: la posizione del Copa-Cogeca

Ancora opinioni sul nuovo regolamento della Unione Europeo che segna la nascita ufficiale del "vino biologico" o "vino da agricoltura biologica".In questa notizia di Europa Press si riportano le opinioni del Copa-Cogeca, l'associazione europea degli agricoltori e delle cooperative agricole. Particolari riferimenti anche alla posizione della Spagna, che si è astenuta dal voto finale.

Gli agricoltori europei hanno espresso oggi "soddisfazione" per le nuove regole che prevedono requisiti più severi per i vini biologici, ma sono favorevoli a consentire "deroghe temporanee per un periodo transitorio" nei casi in cui non ci siano alternative ecologiche ai materiali utilizzati normalmente come, per esempio, nel caso di lieviti.


Il segretario generale del Comitato delle organizzazioni e delle cooperative agricole (Copa Cogeca), Pekka Pesonen, ha definito come "cruciale" e "urgente" l'armonizzazione delle normative private attualmente esistenti e ha sottolineato che questo favorisce "lo sviluppo futuro del mercato" del vino biologico, in particolare rispetto all'aumento della domanda e delle importazioni dai paesi terzi.
Tuttavia, Copa-Cogeca avverte che "in certi casi, il mercato del biologico non è sufficientemente sviluppato e non ci sono alternative ecologiche ai prodotti convenzionali o le quantità disponibili non sono sufficienti."

   In questa situazione, il presidente del gruppo di lavoro per il vino del Copa-Cogeca, Thierry Ciste, sostiene che l'Unione Europea deve consentire "eccezioni alle norme per un periodo di transizione" per casi specifici, come quello dei lieviti, e al tempo stesso ha chiesto sostegni alla ricerca di materiali ecologici alternativi.

Sul contenuto massimo di anidride solforosa, che l'UE ha rivisto al ribasso, gli agricoltori europei sostengono la decisione perché la riduzione del contenuto di solfiti "è un obiettivo a medio termine" per tutti i produttori di vino biologico.

L'astensione della Spagna
L'Unione Europea ha approvato questo mercoledì, con l'astensione di Spagna e Austria, le nuove regole (sui vini biologici) a partire dalla vendemmia 2012 e che, tra le altre novità, vieterà l'uso di acido sorbico, usato abitualmente nei vini andalusi “fortificati” come i vini di Jerez, come riportato da fonti europee.

I 27 paesi della UE hanno adottato le nuove norme in una riunione di esperti a Bruxelles in cui la Spagna ha espresso il proprio sostegno "quasi al 99 per cento" su tutti i cambiamenti, ma si è astenuta dal voto finale perché ha un problema con il divieto dell'acido sorbico che colpirà i vini generosi, di alto contenuto alcolico.

Rivisti al ribasso anche i limiti consentiti di solfiti nei vini che saranno commercializzati con il nuovo logo del vino biologico europeo, in quanto, in base al loro tenore di zucchero residuo, i vini dovranno contenere un livello di solfiti inferiore dai 30 ai 50 milligrammi per litro rispetto ai loro omologhi convenzionali.

Viene inoltre vietata la desolforazione, perché (questo processo) viene ritenuto "assolutamente non biologico" e allontana il prodotto da una elaborazione con un metodo naturale, hanno indicato fonti vicine ai negoziati.

Finora l'UE non disponeva di norme specifiche per il vino biologico come quelle che esistono per tutti gli altri prodotti agricoli, anche se c'era un sistema di certificazione per le uve, il che ha permesso finora di commercializzare vini con l'etichetta 'vino da uve da agricoltura biologica'.


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Nuove regole vini biologici: l'opinione di Aiab

Continuiamo nella carrellata di opinioni e pareri sull'approvazione del regolamento europeo sui vini biologici.
Ora è la volta dell'Aiab, l'Associazione italiana agricoltura biologica. 



Aiab: "Il testo non è quello proposto dal biologico italiano ma finalmente siamo arrivati al marchio biologico europeo anche sul vino"

E' dal 1991 che si attende il regolamento sulla vinificazione bio e finalmente oggi lo SCOF ha votato la sua approvazione. L'iter non è stato veloce, né agile ed il regolamento non è certo quello che il settore del biologico italiano aveva inizialmente proposto, tuttavia è importante aver finalmente ottenuto un compromesso tra tutti gli Stati europei che permetterà di etichettare anche il vino come bio, impiegando in etichetta anche il logo europeo.

"Come tutti i compromessi politici (di tecnico ormai la discussione non aveva nulla) il risultato non farà felice nessuno, ma tutti saremo un po' meno scontenti - commenta Cristina Micheloni, del comitato scientifico AIAB e già coordinatrice del progetto Orwine -. Oggi è importante poter parlare chiaramente di vino biologico, avendo definito le norme per il vigneto e per la cantina, e da domani si potrà iniziare a lavorare per il miglioramento del regolamento stesso, portando i dati concreti che nel frattempo abbiamo raccolto nelle tante aziende italiane che con Aiab collaborano nella sperimentazione in cantina."

Si ricorda infatti che sino ad oggi era possibile etichettare il vino solamente come "da uva da agricoltura biologica" e non era lecito utilizzare il logo europeo, cosa che dal luglio 2012 non sarebbe nemmeno più stata ammissibile. Il regolamento entrerà in vigore da subito e prevede la possibilità di etichettare come bio anche il vino delle annate precedenti, purchè se ne possa dimostrare la conformità alle norme europee.

"Nei prossimi mesi sarà cura di Aiab divulgare il regolamento e le esperienze tecniche maturate in tutte le regioni italiane - commenta il presidente Alessandro Triantafillidys - in modo da mettere a disposizione degli operatori una potenzialità che il mercato è probabilmente pronto a premiare. Voglio inoltre ricordare l'importante ruolo che Aiab ha avuto, all'interno di IFOAM-EU, nel modificare radicalmente negli ultimi mesi l'approccio alla riduzione della solforosa".


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Il regolamento europeo sui vini biologici: l'opinione di Confagricoltura

I vini biologici sono nati ufficialmente in tutta l'Unione Europea e quindi anche in Italia.
Per noi del Vino Biologico è sicuramente una bella soddisfazione!
Iniziamo una serie di commenti e approfondimenti su questo tema, partendo dalla posizione della Confagricoltura.  


Vino bio, Confagricoltura: "Bene lo sdoganamento di Bruxelles, ma sui solfiti i produttori italiani più rigidi della normativa europea"

Il consumatore potrà finalmente riconoscere il vino biologico attraverso l’apposito logo (una foglia disegnata da dodici stelle, tra cui una cometa, su fondo verde), come accade per tutti gli altri prodotti biologici”.
E’ questo il lato positivo, per Confagricoltura, del regolamento che disciplina la vinificazione biologica, approvato oggi a Bruxelles. “Ma sui solfiti avremmo voluto una maggiore rigidità, - spiega l'organizzazione agricola - come chiedevamo da tempo”.

“Il regolamento - continua Confagricoltura - colma l’attuale vuoto normativo, che faceva considerare biologico il vino ottenuto da uve biologiche e non tramite un processo di produzione biologico. Questo consentirà di armonizzare le regole sulla produzione biologica a livello europeo, a partire dai numerosi standard previsti nei singoli stati membri”.

Il regolamento vieta alcune pratiche enologiche invasive, che possono modificare la composizione del prodotto e stabilisce i limiti di utilizzo di alcuni coadiuvanti e additivi. “Su questo aspetto - dice ancora Confagricoltura - avremmo voluto, come avevamo del resto chiesto, una maggiore riduzione dell’uso dei solfiti. Purtroppo si è dovuti scendere ad un compromesso con i Paesi del Nord Europa che, per difficoltà climatiche e tecnologiche, sono costretti ad usare questo composto in grandi quantità”.

I livelli massimi di solfiti indicati nel regolamento sono superiori a quelli utilizzati dalla gran parte dei produttori italiani di vino biologico, che non potranno evidenziare in etichetta questa loro qualità. “Sicuramente - conclude Confagricoltura - una maggiore rigidità avrebbe valorizzato meglio il concetto di vino biologico e sarebbe stata più rispettosa anche verso i prodotti convenzionali, che non godono del vantaggio competitivo del prodotto biologico”.


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martedì 31 gennaio 2012

A Roma Senza Trucco, il film sulle donne dei vini naturali

Senza Trucco, il documentario sui vini naturali di Giulia Graglia, arriva venerdì 10 febbraio 2012 a Roma, al Piccolo Apollo.

Dopo la presentazione al Festival Cinemambiente di Torino e il primo Premio al Festival Siciliambiente, il film documentario sulle donne del vino naturale arriva anche a Roma.

L’appuntamento è per venerdì 10 febbraio 2012 alle 20.15, al Piccolo Apollo, in via Conte Verde, 51 (c/o Itis Galilei). Ingresso gratuito con sottoscrizione libera.


La proiezione sarà introdotta da un grande ammiratore di Senza Trucco, Jonathan Nossiter, regista del documentario di culto Mondovino. Saranno presenti in sala la regista Giulia Graglia, il produttore Marco Fiumara e una delle quattro protagoniste, Nicoletta Bocca.
Alla proiezione e al dibattito seguirà una degustazione che aprirà ufficialmente un weekend tutto dedicato al vino biologico e che culminerà nella manifestazione Vini Naturali a Roma (11 e 12 febbraio c/o Hotel Columbus, via della Conciliazione, 33).


Senza Trucco. Il film
Girato fra dicembre 2009 e ottobre 2010, seguendo il ciclo stagionale di crescita, maturazione e vendemmia delle uve, Senza Trucco è un singolare mix di autoproduzione e finanziamento “dal basso”. Dopo le riprese, esaurito il budget per la post produzione, gli autori hanno aperto il blog omonimo attraverso cui amici e sostenitori hanno preacquistato  decine di copie del dvd, permettendo così di terminare la lavorazione del film.

Le protagoniste sono Dora Forsoni (Poderi Sanguineto), Nicoletta Bocca (San Fereolo), Elisabetta Foradori e Arianna Occhipinti, quattro produttrici di vino biologico e biodinamico. Lontano da una visione bucolica e idealizzante del mondo agricolo, Senza Trucco è il ritratto di donne intense e coraggiose, diverse tra loro ma accomunate da una stessa passione e da un legame profondo con il territorio. Senza Trucco perché queste donne si presentano alla telecamera così come sono, al naturale, immerse nella campagna e nel proprio lavoro. Ma soprattutto perché i vini che fanno  assomigliano loro in maniera sorprendente: diretti ed energici, prodotti soltanto con uva non trattata e senza interventi chimici in vigna e in cantina.

Per acquistare il dvd di Senza Trucco: il costo è di 17 euro (comprese le spese di spedizione)
Per vedere il trailer di Senza Trucco su YouTube


Senza Trucco. Il film
regia: Giulia Graglia
fotografia: Tarek Ben Abdallah
montaggio: Enrica Gatto
suono: Marco Fiumara - Marco Saveriano - Andrea Viali
musiche: Andrea Beltrando - Mario Incudine - Renato Morelli - Michael Occhipinti
prodotto da: Marco Fiumara per Effetto Notte - Ilaria Paganelli, Valeria Puddu per Planet Image
Italia 2011 - HD Video  78 minuti


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martedì 10 gennaio 2012

Corso di degustazione dei vini biologici

Dopo il grande successo di partecipazione ai primi due corsi Biodegustando, che si sono svolti tra ottobre e novembre 2011 a Grottaferrata e Roma, parte la terza edizione di  Biodegustando, corso di conoscenza e degustazione dei vini biologici.

Il corso partirà giovedì 19 gennaio 2012 a Roma, nella Biosteria di Testaccio, nella Città dell'Altra Economia a Roma (zona Testaccio, ex Mattatoio).  Il corso, nato da un’idea del giornalista ed enologo Pier Francesco Lisi,  è organizzato dall’associazione di produttori biologici Pro.Bio. in collaborazione con il portale web Il Vino Biologico (www.vino-biologico.it).

Il corso si svolgerà il giovedì sera, dalle 20,30 alle 22,30, nei giorni del 19 e 26 gennaio e 2 e 9 febbraio 2012. Domenica 12 febbraio 2012 è prevista la visita a una delle cantine biologiche associate a ProBio.

Il corso ha normalmente il costo di 140 euro; grazie alla collaborazione con ProBio, la quota di partecipazione a carico degli iscritti è di 40 euro, da saldare interamente prima dell'inizio del corso. Il numero dei corsisti previsto è al massimo di 25 persone, per assicurare a tutti una partecipazione efficace.

L’idea è quella di offrire agli appassionati un quadro completo del settore dei vini biologici in Italia; saranno inoltre fornite le nozioni essenziali per la degustazione del vino. Il corso sarà  incentrato sulla degustazione di 12 vini biologici del Lazio (tre per ogni serata), scelti tra le produzioni delle aziende biologiche associate a ProBio. Le lezioni e le degustazioni saranno tenute da Pier Francesco Lisi, esperto di vini biologici. La scelta dei vini coprirà le diverse tipologie: bianchi, rossi, dessert, spumante, vini senza solfiti.

Ai partecipanti saranno distribuite le dispense del corso, le schede di degustazione dei dodici vini biologici degustati, un attestato di partecipazione e altro materiale sui vini biologici; all'iscrizione sarà inviato per posta elettronica l'e-book “Vino e ambiente”, a cura del Vino Biologico.

Le aziende biologiche che aderiscono a ProBio sono:

  •     Agricoltura Capodarco (Grottaferrata -Roma);
  •     Casale Mattia (Frascati - Roma);
  •     Riserva della Cascina (Ciampino - Roma);
  •     Donato Giangirolami (Borgo Montello - Latina);
  •     Marco Carpineti (Cori - Latina);
  •     Biosolidale Distribuzione (Guidonia - Roma).


    Informazioni ed iscrizioni:
    Tel.  347-1836285

   

Informazioni sul corso:
    www.probiolazio.it   www.vino-biologico.blogspot.com 


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sabato 24 dicembre 2011

Auguri di buone feste dal Vino Biologico !


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mercoledì 23 novembre 2011

Cantine in Argentina e impronta del carbonio

La sostenibilità ambientale è ormai un fattore di competizione in tanti settori produttivi: il vino non fa eccezione.
Mentre in Italia abbiamo grandi progressi da fare su questo settore, anche a causa delle piccole dimensioni delle singole aziende, in altri paesi si punta molto sulla sostenibilità ambientale come fattore competitivo.
E' il caso dell'Argentina, di cui parla questo articolo del quotidiano "La Nacion".


Un'impronta (del carbonio) che preoccupa

[La Nacion, 13 novembre 2011, Silvina Beccar Varela]

Il dato intimidisce: nel 2030 ci vorrebbero due pianeti per assorbire tutta l’anidride carbonica che produciamo. Coscienti di questo fatto, le cantine eco friendly hanno gia' iniziato a misurare l’impronta che rilasciano nell’ambiente.
Sappiamo che il pianeta e' in pericolo. La terra si dissangua per le ferite causate dalle attivita' umane. In generale, non facciamo molto a riguardo. Fino a quando qualcuno reagisce e agisce. Poi, naturalmente, qualcosa puo' cambiare. Siamo in grado di trasformarci e di farci carico della cura per la madre che ci da' la vita e nutrimento. E' giusto, necessario e urgente, perche' i dati sono impressionanti. Secondo il rapporto Pianeta Vivo 2010 del WWF, diffuso lo scorso anno, l'impronta ecologica, l'indicatore che misura la domanda dell’umanita' rispetto alle risorse naturali, ha superato del 50 per cento la capacita' della Terra di ricostituire le risorse consumate e di assorbire i rifiuti, come la CO2, prodotti dalle attivita' umane. Cio' e' dovuto principalmente alle emissioni di anidride carbonica, aumentate 11 volte dal 1961 e piu' di un terzo dal 1998. Quindi, le persone hanno utilizzato l'equivalente di un pianeta e mezzo nel 2007 (ultimi dati disponibili) per sostenere le loro attivita'. Si stima che entro il 2030 l'umanita' avra' bisogno della capacita' di due pianeti per assorbire le emissioni di CO2 e mantenere il consumo di risorse naturali.
Per tutte queste ragioni, alcune industrie alimentari, conserve, bevande (bibite, vino e acqua minerale), caramelle, cartone, imballaggi, hanno cominciato a misurare l'impronta che rilasciano sull'ambiente per conoscere e poi limitare il problema. In questo articolo, presentiamo il caso delle aziende vitivinicole.

Segni indelebili
L'impronta del carbonio e' un indicatore che misura la quantita' di CO2 (anidride carbonica o diossido di carbonio) prodotta da un’organizzazione, una persona o un prodotto, e di conseguenza il suo contributo ai cambiamenti climatici. Per la sua determinazione si usano strumenti di gestione ambientale che traducono gli impatti delle attivita' che producono beni o servizi in quantita' di CO2, consentendo all'azienda la possibilita' di minimizzare, rimuovere o neutralizzare l'effetto che tale quantita' di CO2 porta al cambiamento climatico globale.
"Si tratta di uno strumento di gestione ambientale che traduce impatti ed emissioni causate dai diversi processi di un'organizzazione, in quantita' equivalenti di CO2, per conoscere, da un lato, il contributo dell'azienda al cambiamento climatico, e in secondo luogo, per progettare un programma di miglioramento basato sulle buone pratiche ambientali per ridurre o compensare le emissioni di gas a effetto serra, calcolate come quantita' di CO2 equivalente ", dice l'ingegner Andres Arena, direttore operativo della cantina Salentein.
I gas a effetto serra sono quelli che, aumentando la loro concentrazione in atmosfera, determinano una maggiore grado di assorbimento della radiazione infrarossa, causando una tendenza al rialzo della temperatura globale, fenomeno comunemente conosciuto come cambiamento climatico.
In Sud America il processo e' stato guidato dal Cile, con cantine come De Martino. In Argentina, Salentein opera sul cosiddetto ciclo di vita del prodotto, dalla nascita al consumo, ottenendo cosi' la certificazione completa delle emissioni di anidride carbonica durante il processo di produzione del vino da un organismo riconosciuto a livello internazionale (Carbon Trust ). Norton e' in corsa per la certificazione mentre Bodega Renacer ha certificato il processo di produzione del vino con Carbon Neutral.
Molte di piu' sono le cantine che si occupano di sostenibilita' in generale (Zuccardi, Trapiche, Navarro Correas, Luigi Bosca, Catena, Lopez, tra le altre grandi imprese). In un altro capitolo rientrano i casi dell’agricoltura biodinamica e dell'agricoltura biologica come Colome’ e Familia Cecchin, tra gli altri.
In ogni caso, l'industria del vino, dicono gli esperti, e' una delle meno inquinanti del pianeta.
L'accresciuta sensibilita' per questi temi ha avuto inizio in zone piu' popolose come l’Europa, un paradosso, perche' mentre i paesi sviluppati stanno diventando consapevoli e investono nella conservazione delle risorse naturali, le nazioni in via di sviluppo sono nella necessita' di usarle al limite della loro capacita' per alimentare, soprattutto, le grandi potenze.
In particolare, proprio queste (grandi potenze) dovrebbero smettere di fare pressione sul pianeta, specialmente con l'uso dei combustibili fossili.
Ma come si fa a misurare l’impronta del carbonio?
Ci sono consulenti  internazionali che forniscono servizio di misurazione, come Alex Steward e Green Solutions. Ci sono anche aziende di diversi settori che, mobilitate dalle tendenze globali - consapevolezza ambientale, responsabilita' sociale delle imprese insieme ai requisiti internazionali – hanno implementato modelli di gestione per migliorare l'efficienza operativa e per risparmiare energia e denaro, generare nuovo business, soddisfacendo le richieste dei clienti e approfondendo una politica di impresa sostenibile.
"Un percorso metodologico per stabilire l'impronta di carbonio prevede le seguenti fasi - dice Luis Steindl, manager di Bodegas Norton – sviluppare gli ecobilanci (misurazione dei gas serra) di quello che si vuole misurare, prodotto o processo; definire il ciclo di vita o il campo di misurazione;  realizzare analisi e convalida dei dati; calcolare la quantita' di CO2".

Le cantine
La politica di sostenibilita' di Bodegas Salentein include la suddetta certificazione dell’impronta di carbonio durante il processo di produzione del vino; la ISO 14001:2004; la gestione delle coltivazioni con tecniche sostenibili; la riduzione dell'uso di energie rinnovabili e rifiuti; l'uso di diserbanti solo quando strettamenteconservazione di oltre 120 ettari di habitat desertico nativo; il risparmio di energia elettrica.
Da parte sua, Bodegas Norton ha anche implementato e certificato la ISO 14001 per la gestione ambientale. Ha ottimizzato le risorse naturali (come l'acqua), costruendo invasi impermeabilizzati e diffondendo  l’irrigazione a goccia in quasi tutti i vigneti, con impianti di trattamento degli scarichi industriali e di riutilizzo delle acque reflue trattate per l'irrigazione. "In questo modo abbiamo ridotto il consumo da 8 a 2 litri di acqua per litro di vino prodotto. Nel 2010 abbiamo ottenuto il certificato di Qualita' Idrica del Dipartimento generale per l'irrigazione del governo di Mendoza", dice Steindl. e' in corso il processo di certificazione dell'impronta di carbonio.
Per quanto riguarda la Bodega Renacer, questa ha lavorato alla riduzione delle emissioni di carbonio insieme alla societa' Carbon Neutral. Per due mesi e' stato sottoposto a un processo di auditing. Il risultato ottenuto dalla Carbon Neutral ha portato alla conclusione che 350 tonnellate di CO2 sono rilasciate in atmosfera ogni anno a causa della consegna dei vini sui diversi mercati. Partendo da questo dato e' iniziata la riduzione.

L'elemento nobile
Date le cifre indicate, quasi tutte le attivita' dovrebbero mirare, in un modo o nell'altro, verso forme piu' sostenibili di produzione. In questo contesto si inserisce, come cliente principale delle cantine, il piu' grande produttore mondiale di contenitori in vetro, Owens-Illinois, e la sua campagna lanciata di recente “Vidrio es Vida” (il vetro e' la vita), con esponenti come Celine Cousteau, nipote dell’esploratore del mare Jacques Cousteau, con una vita dedicata interamente alla sensibilizzazione sulla cura per il pianeta.
La campagna di marketing, che e' stata diffusa sulla stampa, online e sui social network in 12 Paesi e 7 lingue, e' stata progettata per mostrare i vantaggi del vetro rispetto ad altri materiali.
Nel video realizzato, Celine Cousteau dice: "Quando confronto i contenitori di vetro e quelli di plastica, il vetro e' piu' pulito, piu' sano e piu' buono. Perche' e' fatto di elementi naturali, non rilascia nessun tipo di sostanze chimiche nell’ambiente ed e' riciclabile all’infinito. Se veramente vuoi preoccuparti della tua salute e dell’ambiente, il vetro e' l'opzione migliore. "
Owens-Illinois e la sua campagna “Glass is Life” hanno avuto lo stand nella Feria Vinos y Bodegas 2011, nello scorso settembre, a La Rural.

[fonte La Nacion/Agra Press; foto Glass is Life]


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martedì 22 novembre 2011

I vini biodinamici al Vinitaly 2012

Dopo che da alcuni anni i vini biologici sono entrati di diritto nel panorama del Vinitaly, la più importante manifestazione italiana sul vino, ora tocca ai biodinamici avere un riconoscimento.
E' una buona notizia per tutto questo mondo, e quindi anche per noi del Vino Biologico.


I VINI DA AGRICOLTURA BIODINAMICA NEW ENTRY A VINITALY 2012

I vini da agricoltura biodinamica saranno una delle principali novità del Vinitaly 2012.
Uno spazio appositamente allestito al primo piano del Palaexpo, infatti, accoglierà aziende italiane ed estere che producono secondo le regole dell’agricoltura biodinamica.
Non è l’unica novità per la prossima edizione di Vinitaly. Con il cambio di cadenza settimanale, il Salone diventa più aderente alle esigenze commerciali di espositori ed operatori e maggiore attenzione viene data al canale horeca, che ha risposto al sondaggio “Vinitaly incontra la ristorazione”.

I vini da agricoltura biodinamica protagonisti di Vinitaly 2012: il più grande salone del vino al mondo dedicato al vino apre un vetrina internazionale a una nicchia di mercato fatta di piccoli numeri, ma che fa tendenza rispetto alla richiesta di qualità globale.
Un centinaio le aziende italiane ed estere che hanno scelto di aderire alla nuova iniziativa di Vinitaly, che prevede uno spazio appositamente allestito al primo piano del Palaexpo.
Non sarà questa comunque l’unica novità della 46^ edizione di Vinitaly, in programma da domenica 25 a mercoledì 28 marzo 2012 (www.vinitaly.com), anche per effetto del cambio di cadenza settimanale e della riduzione dei giorni di manifestazione deciso da Veronafiere. Vinitaly sarà infatti ancora più business-oriented, con costi ottimizzati per gli espositori, impegni sempre più mirati per gli operatori professionali e un occhio di riguardo al canale horeca.
"Si tratta di un’evoluzione dell’organizzazione fieristica necessaria per raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati al momento di decidere il cambio di data – afferma Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere -; obiettivi che sono quelli di aumentare il già alto tasso di internazionalità della manifestazione e di incrementare le possibilità di contatti commerciali, in particolare con le categorie hộtellerie, ristorazione e catering".
Proprio il canale horeca, nel sondaggio “Vinitaly incontra la ristorazione italiana”, realizzato intervistando 300 ristoratori top estrapolati dall’incrocio delle principali guide del settore, ha evidenziato l’importanza per questa categoria di operatori di visitare la rassegna e avere eventi dedicati. Il 46% degli intervistati ha dichiarato di essere stato a Vinitaly, dando nell’88% delle risposte un giudizio da buono ad ottimo della manifestazione. Merito della capacità dell’evento di aiutare a: stabilire nuovi contatti (capacità buona per il 53% delle risposte, ottima per il 31%); concludere accordi commerciali (48 e 9%); capire le tendenze di mercato (46 e 23%).
Da domenica 25 a mercoledì 28 marzo 2012 appuntamento anche con le rassegne Sol e Agrifood Club, che completano l’offerta di Veronafiere nel settore wine&food. Una contemporaneità di eventi che trova riscontro positivo nelle risposte date dai ristoratori del sondaggio che hanno visitato Vinitaly: il 33% di loro è stato anche a Sol e Agrifood Club, un altro 37% ad almeno una delle due iniziative.
Nelle stesse date, come di consueto, appuntamento anche con Enolitech, salone delle tecnologie per le filiere vitivinicola e oleria.
L’edizione 2011 di Vinitaly ha visto la presenza di 156.000 visitatori, dei quali 48.000 esteri (+3% sul 2010) da più di 110 Paesi, con la Germania in testa, seguita da Stati Uniti e Canada, Regno Unito, Svizzera, Francia, Austria, Paesi dell’Est Europa con una forte presenza della Russia, Cina e Hong Kong.


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