Corsi di degustazione dei vini biologici

Corsi di degustazione dei vini biologici
Marzo 2015 a Roma

lunedì 23 febbraio 2009

BioFach 2009: grande successo per il vino biologico

BioFach 2009: sostenibilità e responsabilità sociale anche nel vino biologico

Nel 2009 al BioFach il segmento del vino ha registrato 304 espositori
Anche nel vino biologico sempre più importanti sostenibilità e fair trade
Vini dal Nuovo Mondo: offensiva bio dalla California


Si è svolto dal 19 al 22 febbraio 2009, a Norimeberga, in Germania, BioFach, il salone mondiale dei prodotti biologici, con oltre 2.700 espositori e 46.000 visitatori specializzati.

Anche nel 2009 BioFach si è distinto soprattutto nel segmento in crescita del vino. Ben 304 espositori di 23 paesi hanno presentato al pubblico di esperti vini di altissimo livello da coltivazione biologica controllata.

Già il 22 e il 23 novembre 2008, nel quadro del Concorso internazionale del vino biologico, i viticoltori di tutto il globo hanno potuto mettere in lizza i propri nobili nettari alla conquista di uno degli ambiti premi. Una giuria composta da 39 esperti ha quindi degustato i 521 vini iscritti provenienti da 13 paesi ed ha infine conferito il premio Grande Oro a 11 vini, a 60 vini l’Oro e l’Argento a 129 vini.

Nel comparto dei vini biologici sono i prodotti sud europei a vendere meglio nel commercio tedesco. I grandi paesi produttori come l’Italia, la Francia e la Spagna continuano a dominare i fatturati in questo segmento; il trend rispecchia le preferenze dei consumatori per quanto concerne i vini prodotti in modo convenzionale. Tuttavia nel settore trovano sempre più sostenitori anche i vini del Nuovo Mondo, ad esempio dal Sud America e dal Sudafrica. Particolarmente positiva, rispetto ad altri canali di vendita, è la risonanza nella distribuzione convenzionale e nei discount.

Nei negozi di alimenti naturali e nelle vinerie classiche, invece, perdurano le riserve nei confronti dei vini da oltreoceano, tra l’altro a causa dei lunghi percorsi di trasporto.

Eco e fair: vento in poppa per i vini da oltreoceano
La domanda di vini biologici del commercio equo e solidale è in aumento, specialmente nel caso dei prodotti dal Sudafrica e dall’Argentina. Attualmente queste due nazioni registrano, nel complesso, il maggiore sviluppo delle vendite per quanto riguarda i vini del Nuovo Mondo. La California e l’Australia si evolvono in modo positivo, mentre il Cile è leggermente in calo rispetto agli anni precedenti. I vini bio della Nuova Zelanda si vendono bene, specialmente nei paesi di lingua inglese.

Considerando gli sviluppi nei singoli stati d’oltreoceano si nota che in Cile e in Argentina, con circa 2.000 ettari ciascuno, risulta coltivato ecologicamente poco meno del 2% della superficie agricola. In Cile molte aree sono ancora in fase di conversione, tuttavia tra i grossi produttori si sta delineando un vero e proprio boom del bio. Si potrà comunque contare su una commercializzazione più massiccia soltanto all’inizio del nuovo decennio. Una situazione simile si riscontra anche per l’Argentina, dove è invece in salita il numero dei piccoli viticoltori.

Nonostante in Sudafrica cresca il numero di aziende che hanno attuato la conversione alla viticoltura biologica, finora risulta già essere coltivato in biologico meno dell’1% della superficie coltivata a vitigno. “Sono soprattutto la salvaguardia dell’ambiente e la difesa della biodiversità a giocare un ruolo di rilievo. Tuttavia questi aspetti, uniti alle conseguenze del nostro agire sugli spazi vitali naturali dell’uomo e sull’agricoltura, sono tematiche complesse, spesso ancora difficilmente comunicabili al commercio e ai consumatori”, spiega Petra Mayer dell’ufficio tedesco di informazioni sui vini sudafricani. “Il senso di responsabilità, il commercio sostenibile, l’impegno sociale e la tutela dell’ambiente sono principi che acquisiscono sempre più importanza”.

Bio-vino nello Stato del Sole, la California
Attualmente in California sta avendo luogo un’offensiva bio degna di nota. Sono sempre di più le aziende vinicole puntano su tetti solari, turbine eoliche e materiali costruttivi ecologici. Oltre a ciò ci si serve spesso di pecore, capre e galline per concimare i vigneti nel rispetto dell’ambiente e tenere sotto controllo la crescita indesiderata della vegetazione. “Per i viticoltori californiani il mantenere un rapporto responsabile con la natura è un impegno serio, professato e vissuto, non un semplice strumento di marketing. Aziende vitivinicole come, ad esempio, Fetzer, Bonterra e Parducci (la prima impresa negli Stati Uniti gestita a emissioni zero di CO2) nonché la Quivira, un’azienda che lavora secondo i principi biodinamici, perseguono la loro filosofia già da molti anni in modo assolutamente indipendente dall’attuale boom del biologico”, sostiene in merito Christine Berthold dell’ufficio tedesco del California Wine Institute. Al momento oltre 4.000 ettari, cioè circa il 2% della superficie californiana trattata a vigneto, vengono coltivati secondo le direttive biologiche, con una crescita particolarmente forte per quanto concerne la quota biodinamica.

Un tema importante, oltre a quello dell’energia verde, è il problema delle emissioni di anidride carbonica. Per questa ragione il California Wine Institute, in collaborazione con associazioni vinicole australiane, neozelandesi e sudafricane, ha elaborato un Greenhouse Gas Accounting Protocol internazionale che permette a ogni viticoltore del mondo di calcolare la “impronta ecologica” della sua azienda. Nonostante in viticoltura le emissioni di anidride carbonica siano contenute, anche in questo settore il tema acquisisce sempre più importanza. Con questo passo si sostengono inoltre gli obiettivi fissati dallo stato californiano per ridurre le emissioni di gas serra, riportandole entro l’anno 2020 al livello del 1990.

[fonte e foto: BioFach]


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