I vini bio di Barone Pizzini si consolidano sul mercato
Crisi economica, crisi dei consumi, insomma: crisi. La discesa dei consumi non risparmia il mondo del vino: eppure, sembra proprio che gli amanti del vino prediligano la qualità garantita dalla viticoltura biologica.
I vini biologici di Barone Pizzini, la storica azienda vitivinicola pioniera del bio in Franciacorta, hanno avuto nel 2008 una serie di risultati positivi:
fatturato 2008 a +2%;
mantenimento della quota di mercato all’estero;
+36% la penetrazione sul territorio nazionale.
Barone Pizzini, storica azienda vitivinicola della Franciacorta, la prima realtà a produrre Spumante Docg da viticoltura biologica, chiude il 2008 con un incremento del 2% nel fatturato che arriva a quota 3.700.000 euro.
Risultato soddisfacente, seppur al di sotto delle aspettative, in un anno che ha visto uno scenario di mercato non facile, con la contrazione nei consumi, generali e di vino (-10/15% secondo i dati dichiarati dal Gruppo Italiano Vini), calo della produzione, crisi economica mondiale.
Risultato che suggerisce anche un nuovo atteggiamento di consumo, etico e consapevole, che premia i prodotti di grande qualità, come i vini bio, in grado di coniugare la ricercatezza con una rinnovata attenzione all’ambiente.
Nella costante ricerca della qualità del prodotto intesa come qualità della vita, rispetto per l’ambiente e per l’uomo, Barone Pizzini ha proseguito nel proprio piano di crescita, potenziando ulteriormente la rete commerciale: la forza vendita è passata da 50 a 65 agenti, con un incremento del 36% nella penetrazione sul territorio nazionale.
Buona la riposta di alcune regioni come Marche, Liguria, Emilia Romagna, Puglia e consolidate le vendite nel Nord Est Italia.
Commentando i risultati 2008 e il costante impegno per distinguersi nel panorama italiano delle piccole e medie imprese come azienda di grande qualità, Giovanni Pagnoni, presidente e amministratore delegato di Barone Pizzini ha sottolineato:
“Il nostro progetto imprenditoriale è nato ben prima che si delineasse un trend mondiale verso la viticoltura biologica, come precisa scelta di un’azienda che vuole essere etica e porre al centro del proprio impegno le persone, il prodotto di qualità e biologico. Abbiamo lavorato fin dall’inizio investendo sulla tutela e rispetto del territorio, nell’ottica della sostenibilità produttiva e con la ferma convinzione che i metodi della viticoltura biologica siano garanzia per un prodotto di qualità superiore, che rispetta la genuinità e l’integrità della materia prima e del terroir. Il riconoscimento che ci arriva del mercato, in un momento di seria congiuntura economica che tocca tutti, rappresenta uno stimolo ulteriore nel portare avanti la nostra visione aziendale ed è un segnale importante di cambiamento nei consumi e nella sensibilità del consumatore. Il vino ottenuta dalla coltivazione “bio” va non solo nella direzione di un consumo responsabile verso l’ambiente ma anche in quella di un ritrovato gusto per una qualità sana e vera, che trascende ogni moda”.La tenuta del fatturato è riferita sia al marchio Barone Pizzini in Franciacorta, sia ai vini prodotti nelle piccole ma qualificate tenute di Toscana, Marche e Puglia: bollicine, bianchi e rossi, tutti rigorosamente biologici (biodinamici nella tenuta marchigiana di Pievalta), ottimi risultati per il Bagnadore, la riserva di prestigio dell’azienda franciacortina che proprio quest’anno è entrato nella top five di The World of Fine Wine, rivista di culto inglese fra le più colte e raffinate nel mondo del vino.
E proprio sul fronte internazionale Barone Pizzini ha difeso la propria quota di fatturato di poco inferiore al 10% del fatturato complessivo, nonostante l’aumento della concorrenza, con ottimi risultati in Stati Uniti, Germania, Danimarca e Svezia e l’esplorazione di nuovi mercati all’Est, come Russia e Romania.
Negli Stati Uniti, in modo particolare, Barone Pizzini ha conquistato nuovi spazi, con una crescente penetrazione nella ristorazione di alto profilo e stellata da Michelin o dal New York Times come il Blue Hill.
Il 2008 ha visto anche proseguire gli investimenti di Barone Pizzini sul fronte della sostenibilità produttiva e dell’utilizzo di energie rinnovabili: dopo la realizzazione della nuova cantina in Franciacorta, eseguita secondo criteri di architettura eco-compatibile, è in fase di completamento l’impianto fotovoltaico da 55 kWp che completerà il quadro di un luogo nato nel rispetto dell’efficacia ambientale, al servizio del vino di qualità.
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