Corsi di degustazione dei vini biologici

Corsi di degustazione dei vini biologici
Marzo 2015 a Roma

giovedì 24 marzo 2011

Vini biologici senza solfiti aggiunti

La produzione di vini senza solfiti è una delle nicchie dei vini biologici. 
I solfiti sono tossici e allergenici: sono sempre di più i consumatori che cercano di evitarli.
Il caso del Biancodarco, il primo Frascati Superiore Doc senza solfiti.


Uno degli obiettivi dell'enologia di oggi è quello di ottenere vini sempre più attenti alla salute dei consumatori. Uno degli elementi sotto osservazione sono i solfiti. La riduzione dei solfiti in vinificazione è un punto di forza di molte cantine, non soltanto biologiche.

Il risultato massimo di questa filosofia è quello dei vini senza solfiti aggiunti. In pratica, in nessuna fase della vinificazione c'è l'aggiunta di solfiti. Ovviamente, esiste una certa aliquota di solfiti prodotti naturalmente durante la fermentazione alcolica. Con particolari accorgimenti, come ad esempio l'uso di ceppi di lieviti selezionati a bassa produzione di solfiti, si può ulteriormente ridurre questa produzione, fino a restare entro la concentrazione di 10 mg/L, limite al di sopra del quale è obbligatorio riportare sull'etichetta del vino la dicitura "contiene solfiti".
Di passaggio, è bene notare che ai fini della nostra salute non fa praticamente differenza se i solfiti siano prodotti naturalmente o se siano stati aggiunti in cantina.

Come noto, infatti, i solfiti sono sostanze tossiche e allergeniche. In ogni persona producono effetti tossici, in base alle dosi assunte e alla sensibilità individuale, al peso, al sesso e all'età della persona che le assume. Il sintomo più comune è il mal di testa. Ci sono poi persone allergiche, in cui l'assunzione di piccole dosi di solfiti scatenano reazioni anche molto gravi, principalmente di tipo asmatico, fino al (raro) shock anafilattico. I solfiti (sigla E220/E228) non sono presenti solo nei vini: li troviamo in tanti alimenti, come fichi secchi, olive, bibite gassate, piatti pronti ecc.

Sono ormai parecchi i produttori biologici italiani che fanno vini senza solfiti, soprattutto rossi, come quelli delle Cantine Torboli (www.cantinenaturali.it), uno dei pionieri dei vini senza solfiti aggiunti, o il più recente Platea Zero, un Igt Lazio da uve Montepulciano e Cesanese di Francesca Cardone Donati (www.cantinacardone.it).
Tra le bollicine da citare Animae, il Prosecco senza solfiti della Perlage di Soligo (www.perlagewines.com).

Un esperimento recentissimo è il Biancodarco 2010, un Frascati superiore Doc di Agricoltura Capodarco (www.agricolturacapodarco.it/), storica realtà del biologico nel Lazio. Il vino è stato costruito su uno schema di vinificazione in assenza di solfiti aggiunti curato dal prof. Marco Esti dell'Università della Tuscia.

In commercio dal gennaio 2011, Biancodarco è nato da un processo adattato alla realtà già esistente nella cantina e guidato dal criterio generale della tempestività della varie fasi di vinificazione.
Tra le tecniche usate:
  • la selezione delle uve, 
  • la pressatura soffice in presenza di CO2 (ghiaccio secco),
  • l'inoculo con uno starter per l'avvio rapido della fermentazione,
  • la stabilizzazione tartarica e la chiarifica a bassa temperatura, effettuate in contemporanea,
  • l'imbottigliamento in condizioni isobariche.
Tra l'altro non sono state usate proteine animali in chiarifica ma proteine vegetali da leguminose, per cui il vino è “allergen free” ed è adatto anche ai consumatori vegetariani e vegani.

Una nicchia di mercato interessante, quella dei vini senza solfiti, secondo i produttori, anche perché può recuperare al consumo del vino fasce non trascurabili di consumatori che non possono bere i vini convenzionali.


Approfondimento sui solfiti
[fonte Eufic, European Food Information Council]
Tra le sostanze che possono causare problemi in soggetti sensibili vi è il gruppo dei cosiddetti solfitanti, che comprende vari additivi a base di solfito inorganico (E220-228), tra cui il solfito di sodio, il bisolfito di potassio e il metabisolfito, contenente biossido di zolfo (SO2). Questi conservanti vengono usati per controllare la crescita microbica nelle bevande fermentate e trovano largo impiego da oltre 2000 anni nel vino, nella birra e nei prodotti a base di frutta. Nei soggetti sensibili (asmatici), i solfiti possono scatenare asma, con difficoltà respiratorie, fiato corto, respiro affannoso e tosse.

[foto publicdomainpictures.net]

  


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lunedì 7 marzo 2011

Sei un giovane produttore biologico di vini? Vai gratis al Vinexpo di Bordeaux

Se hai meno di quarant'anni e hai un’impresa agricola vitivinicola, puoi andare gratis al Vinexpo di Bordeaux; se la tua azienda è biologica, hai qualche possibilità in più perché avrai più punteggio nella graduatoria. Hai tempo fino al 31 marzo 2011 per presentare la tua domanda.

L’opportunità, davvero interessante, è offerta dall’Oiga, l’Osservatorio per la Imprenditorialità Giovanile in Agricoltura.
Il Vinexpo è una della maggiori manifestazioni enologiche del mondo e si svolge dal 19 al 23 giugno 2011. 

Come detto, tra i criteri per la formazione della graduatoria puoi avere fino a 10 punti se la tua azienda aderisce a un sistema di qualità certificato, come il biologico.

Il bando copre i costi di iscrizione alla fiera e l’affitto dello stand.
Di seguito trovi tutte le informazioni utili ed i criteri per la graduatoria.


L'OIGA, l’Osservatorio per la Imprenditorialità Giovanile in Agricoltura, con il contributo del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, offre l'opportunità a 30 giovani titolari di imprese agricole operanti nel settore della produzione del vino e delle sostanze liquorose, di partecipare gratuitamente alla manifestazione fieristica Vinexpo 2011 che si svolgerà dal 19 al 23 giugno 2011 a Bordeaux (Francia).
Lo scopo è promuovere l'imprenditoria agricola giovanile e accrescere l'interesse dei giovani verso il settore primario presentando aziende agricole meritevoli.
Possono partecipare alla selezione i giovani titolari di imprese agricole che svolgono attività di impresa sul territorio italiano, che abbiano la qualifica di imprenditore agricolo o coltivatore diretto e un'età inferiore ai quarant'anni al momento della presentazione della domanda.
Scadenza: 31 marzo 2011

Qui trovi il bando.
Qui trovi la modulistica.

Formazione della graduatoria
La graduatoria degli ammessi sarà formata attraverso l’attribuzione dei seguenti punteggi, per un
massimo di 60 punti:
  1. aziende che dimostrino di aver conseguito, per il complesso delle proprie attività risultati innovativi e di successo, nonché un miglioramento globale di tutti gli aspetti imprenditoriali e non esclusivamente limitato a quelli economici: max 20 punti.
  2. aziende dotate di sistemi di qualità certificati ai sensi della normativa comunitaria, oppure riconosciuti dal Mipaaf, nonché di natura privatistica (a titolo esemplificativo: DOC, DOCG, DOP, IGP, Reg. (CE) 834/07 (agricoltura biologica), Global Gap, I.F.S., ecc.): max 10 punti;
  3. aziende che dimostrino la capacità di poter migliorare la propria attività imprenditoriale e commerciale utilizzando i risultati della partecipazione al Vinexpo 2011, nonché le modalità con cui le stesse intendono trasferire i risultati di detta partecipazione al proprio comparto produttivo di appartenenza:max 10 punti;
  4. aziende che dimostrino capacità di sviluppare contatti commerciali anche con l’estero: max 10 punti;
  5. aziende che abbiano partecipato ad attività promosse dall’Osservatorio per l’Imprenditorialità Giovanile in Agricoltura (OIGA): max 10 punti.
A parità di punteggio sarà utilizzato il criterio di priorità della minore età del titolare dell’azienda o del legale rappresentante in caso di società.


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sabato 5 marzo 2011

Offida: convegno sui vini biologici di Amab Marche

Nei giorni scorsi si è svolto a Offida (Ascoli Piceno) un interessante convegno sui vini biologici organizzato da Amab Marche e dal progetto Bioregione Marche. Di seguito trovate la sintesi degli interventi principali. Sono stati trattati temi che vanno dalla normativa all'agronomia, dalla difesa del vigneto alla vinificazione, dal mercato alle preospettive future del settore.


Si è svolto nei giorni scorsi a Offida (Ascoli Piceno), nella sede dell’Enoteca Regionale delle Marche, un convegno regionale sulle prospettive future del vino biologico, organizzato da Amab Marche nell’ambito delle attività di informazione del progetto Bioregione Marche.

Di tale bevanda/alimento, che rappresenta un settore in crescente sviluppo nelle filiere biologiche marchigiane, si è parlato con un qualificato gruppo di esperti, partendo dai nuovi aspetti normativi in corso di discussione a livello ministeriale, alle innovazioni di tipo agronomico, tecnologico, di difesa fitosanitaria, fino ad arrivare al mercato nei suoi nuovi sbocchi futuri.


I lavori, moderati dal giornalista enogastronomico Pier Francesco Lisi, sono stati aperti da Stefano Bartolucci di Amab Marche.

La presentazione di Salvatore Basile, vice Presidente di Aiab Nazionale, ha tracciato tutto il  percorso che ha portato alla definizione provvisoria del nuovo regolamento che dovrebbe fissare limiti e regole comuni, condivise, per arrivare al mercato con un prodotto certificabile come “Vino Biologico”.
E’ una esigenza immediata per i produttori con un mercato in forte crescita, quella di avere un prodotto identificabile, ben visibile e tracciabile, su cui fare opportune azioni di marketing e promuovere il prodotto in un mercato concorrenziale.

Ruggero Mazzilli, ricercatore della stazione sperimentale di viticoltura sostenibile di Gaiole in Chianti, ha presentato le nuove tendenze di coltivazione per una viticoltura sostenibile tenendo conto degli elementi del “Terroir”.
In controtendenza a volte da quanto definito nei disciplinari e nei protocolli di qualità che tendono a standardizzare la produzione della vite secondo linee statiche ed uniformi che tengono conto della sola carica di gemme sui capi a frutto e del numero di grappoli per pianta, Mazzilli rimette in discussione tutta la gestione del vigneto.
Il produttore deve partire da un’attenta analisi del terreno, dei profili stratigrafici che affiorano e ben visibili anche ad occhio nudo, per gestire in modo dinamico la produzione su tutte le piante. Grande attenzione dunque alla potatura, unico mezzo per equilibrare il sistema radice-foglia-grappolo in funzione della zona i cui è posizionata la pianta. Per fare qualità, sostiene, non occorre ridurre drasticamente il numero di grappoli per pianta ma occorre equilibrare la produzione pianta per pianta nel numero delle gemme sui capi a frutto. I grappoli devono beneficiare di tutti quei fattori che sono alla base di una buona e rapida maturazione (radici, foglie, nutrienti), per ridurre i fenomeni di scalarità di maturazione sul grappolo stesso. Molta attenzione anche alle pratiche che permettono di risparmiare acqua come l’inerbimento, e una meccanizzazione molto leggera che preservi lo strato poroso superficiale del terreno.

Gianfranco Romanazzi, dell’Università Politecnica delle Marche,
ha presentato i dati di una ricerca condotta nella Regione Marche sull’impiego di rame a basso dosaggio in viticoltura biologica.
Nel rispetto dell’impiego dei 6 kg di rame ad ettaro dal 2006 per i trattamenti contro la peronospora, la ricerca condotta in collaborazione con l’Amab Marche, ha evidenziato che esiste una possibilità di ridurre i dosaggi anche del 40% delle dosi indicate in etichetta, utilizzando in sinergia sostanze alternative. Le sperimentazioni condotte per tre anni su vitigni bianchi e rossi in diversi contesti ambientali hanno dato ottimi risultati nel contenimento della malattia.

Fabio Chinnici, dell’Università di Bologna, ha trattato il controverso tema dell’impiego della solforosa in biologico. Su tali limiti d’impiego è oggi fermo l’emendamento del nuovo regolamento, che vedono paesi membri favorevoli alla totale abolizione e paesi che richiedono limiti più alti d’impiego di solforosa. Secondo dati sperimentali, applicando una buona tecnologia e un buon igiene in cantina, è ragionevole ipotizzare una riduzione di solforosa anche del 30% rispetto al limite attualmente consentito, mantenendo buone caratteristiche qualitative dei vini ed evitando ossidazioni indesiderate.

Andrea Arzeni, dell’Inea Marche, ha presentato i dati dello studio di fattibilità condotto sulle filiere biologiche marchigiane.
Il settore del vino biologico, seppur ancora di modeste dimensioni nella Regione Marche rappresenta un esempio di filiera strutturata di prodotto con sbocco diretto nel mercato interno ed estero.
L’attuale filiera vitivinicola è strutturata con piccoli produttori che vendono direttamente il prodotto alle cantine oppure lo trasformano direttamente. Quindi filiera lunga e filiera corta devono valutare bene sia gli aspetti complementari, sia gli aspetti concorrenziali.
Buona la volontà di aggregazione delle aziende con scarsa propensione al rischio d’impresa che ostacola la formazione di nuove organizzazioni di filiera. Anche nel vino, sostiene Arzeni, per le filiere bio occorre mantenere sempre un giusto equilibrio tra produzione e sostenibilità, unico elemento distintivo di queste filiere specializzate e dedicate al metodo biologico.
Non solo reddito dunque ma anche presidio del territorio e tutela ambientale. Il pubblico deve continuare a sostenere il reddito dei viticoltori, affinché indirettamente tutti possano beneficiare di un’ambiente meno inquinato. Occorrono inoltre in futuro nuove strategie di aggregazione per differenziare l’offerta in mercati con nuove competitività.

Giovanni Vagnoni, membro del consiglio del Consorzio di tutela dei vini piceni, porta l’esperienza  diretta del Consorzio che ha deciso di ristrutturare sia la gestione interna sia la politica di vendita del prodotto.
Nella Regione Marche, il settore del vino è per il 90% della produzione aggregato dal Consorzio di Tutela dei vini Piceni e dall’Istituto di tutela dei vini Marchigiani.
Partendo da un’attenta analisi critica della gestione attuale del Consorzio alla luce di quanto richiesto dai nuovi scenari di mercato, Vagnoni sostiene che il Consorzio Piceno in futuro fisserà nuovi obiettivi da raggiungere con tre linee strategiche: partecipazione, promozione e produzione.
La promozione deve essere più capillare, con metodi diretti e mirati, considerando che il ritorno di quella fatta sulla stampa è di appena il 4%. Puntare inoltre su grandi eventi nazionali ed internazionali con produzioni organizzate per soddisfare la domanda.
Inoltre il socio deve recuperare il ruolo decisionale, attraverso la formazione di gruppi di lavoro che facciano partecipare le cantine nella programmazione delle attività stesse.

Roberto Luciani, Dirigente del Servizio Agricoltura della Regione Marche, ha concluso la giornata di lavori confermando che il sostegno alle filiere è l’unica scelta strategica d’indirizzo politico che la Regione Marche intende sostenere nel futuro. A conclusione del periodo di programmazione 2007-13, tutto il sostegno economico sarà indirizzato verso quelle politiche di aggregazione che tendono ad aggregare il prodotto, consorziare i mezzi di produzione, condividere strategie di crescita comuni.
A tal proposito, ricorda Luciani che dopo un recente accordo tra i due principali Consorzi di produttori vitivinicoli Marchigiani per promuovere i vini della Regione unitariamente anche  all’estero, l’Assessore all’agricoltura Paolo Petrini è proprio in questi giorni di ritorno da Amburgo in Germania con una delegazione di quaranta aziende vitivinicole per promuovere in modo unitario tutto il territorio marchigiano.
Anche nel biologico dunque, visto il forte aumento dei consumi sono auspicabili politiche di aggregazione  e di promozione unitaria finalizzate a mantenere la propria individualità tra le aziende trovando obiettivi e strategie comuni. Solo così si possono ridurre anche costi che si ripetono inutilmente.


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lunedì 28 febbraio 2011

Problemi iscrizione newsletter ed e-book "Vino e ambiente"

Cari amici,

dopo la segnalazione di alcuni di voi, ci siamo accorti che ci sono dei problemi per la registrazione al sito del Vino Biologico, l'iscrizione alla newsletter e la possibilità di scaricare l'e-book gratuito "Vino e ambiente".

Pertanto, se volete usufruire di queste opportunità, vi preghiamo di inviare una email a




dall'indirizzo con cui volete registrarvi nel sito, con oggetto

REGISTRAZIONE SITO VINO BIOLOGICO

Nella email è sufficiente indicare il vostro nome e cognome.


Non appena avremo risolto i problemi nel modulo di registrazione, ve ne daremo immediata segnalazione.

Grazie


La redazione del Vino Biologico


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venerdì 25 febbraio 2011

Genzano di Roma: il vino arriva in biblioteca

Lunedì 28 febbraio 2011 il vino arriva in biblioteca.

La Biblioteca “Carlo Levi” di Genzano, in collaborazione con il Consorzio Bibliotecario Castelli Romani, organizza infatti l'appuntamento Fermentazione, dedicato al vino. Qui di seguito trovate il programma e la presentazione della manifestazione.
Sono molto felice di partecipare, soprattutto come socio e amico della biblioteca di Genzano e delle biblioteche dei Castelli Romani.
Parlerò di vini biologici, di vino e ambiente e di vino e salute.

Inoltre, segnalo una chicca per gli appassionati: tra gli altri vini, sarà degustato in anteprima il Frascati Superiore Doc Biancodarco 2011 biologico di Agricoltura Capodarco di Grottaferrata. E' un vino prodotto totalmente senza uso di solfiti aggiunti: questa è la prima vendemmia e i risultati sono decisamente incoraggianti!

Potrete degustare anche i vini "sociali" della Cooperativa sociale Lazzaria del Carcere di Velletri.

Appuntamento lunedì 28 febbraio 2011, ore 16, alla Biblioteca Carlo Levi di Genzano di Roma.



La Biblioteca “Carlo Levi” di Genzano, in collaborazione con il Consorzio Bibliotecario Castelli Romani, organizza per lunedì 28 febbraio 2011, alle ore 16, Fermentazione un incontro per gli utenti della biblioteca (… e non solo), che si propone di offrire un’occasione per conoscere, apprezzare e gustare i vini locali con l’aiuto del sommelier Enrico Bucci e del giornalista ed enologo Pier Francesco Lisi, due amici ed utenti della biblioteca di Genzano che hanno messo a nostra disposizione le loro conoscenze e la loro professionalità.

Per questo appuntamento abbiamo deciso di partire dall’enogastronomia tipica genzanese (vino, pane, coppiette, ecc.) e cioè da una tradizione tutt’oggi valida e fortemente radicata nel nostro territorio ed abbiamo, quindi, già le adesioni di alcune realtà produttive locali: Consorzio Vini DOC Colli Lanuvini, Azienda Agricola “Le Rose” con due incursioni nei vini “sociali” che sono quelli prodotti dalla Cooperativa Sociale “Lazzaria” del Carcere di Velletri e della Cooperativa Agricoltura Capodarco di Grottaferrata,Consorzio di Tutela del Pane Casareccio di Genzano IGP e il Laboratorio “La Castellana” di Gino Galieti.

E’ solo il primo atto di una serie di incontri dello Spazio mentiApeRTE attraverso cui promuovere percorsi innovativi nella biblioteca di Genzano tramite proposte e offerte capaci di modificare l’idea della biblioteca comunale trasformandola da istituzione culturale e luogo unicamente di studio e di lettura, in agente culturale che favorisce l’incontro tra gruppi e soggetti diversi, divenendo luogo di creazione e confronto culturale.

info tel. 06.93956063 int. 10 - 3336648589
lavorincorso@mentiaperte.it
prestito.genzano@consorziosbcr.net

Biblioteca Comunale "Carlo Levi"
00045 Genzano di Roma - Viale Mazzini, 12
www.romacastelli.it
tel. 06.93956063
fax 06.93956066


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lunedì 10 gennaio 2011

Una degustazione enomusicale alla enoteca Vivanda di Firenze

Vi segnaliamo una degustazione enomusicale che si svolge martedì 11 gennaio 2011 a Firenze, presso Vivanda, la prima enoteca di vini biologici della città. 
Ogni piatto prevede l'accompagnamento di un diverso vino biologico e della musica dal vivo del pianista Roberto Andreucci: un'idea originale per un serata diversa in compagnia dei vini biologici.
Vivanda si trova nel cuore di Firenze, tra Piazza Santo Spirito e Piazza del Carmine. E' un’enoteca unica nel suo genere in città, perché è la prima a vendere solo vini biologici e prodotti gastronomici di alta qualità. Un angolo accogliente d’Oltrarno nel quale potersi rilassare, l’ideale per una sosta a pranzo o a cena seduti in un ambiente piacevole dove il tradizionalismo culinario si sposa con il sottofondo di musica jazz e gli interni arredati con gusto ricercato.
Da Vivanda trovate oltre 120 etichette dei migliori vini biologici italiani e del mondo, oltre ad alimenti biologici, verdure a km zero, formaggi e carni da animali allevati al pascolo libero.


Martedì 11 gennaio 2011 ore 21
Firenze - Enoteca Vivanda
via Santa Monaca 7/r,  accanto a Piazza del Carmine
www.vivandafirenze.it
Per informazioni e prenotazioni: 055-2381208 vivandafirenze@gmail.com

DEGUSTAZIONE ENOMUSICALE
CONCERTO CENA
i piatti dello Chef Piero Pizzamano accompagnati da 4 vini biologici e dalle note del pianista Roberto Andreucci


Una cena intima e particolare dove il pianoforte e le forchette saranno i principali protagonisti della serata
COSTO EURO 30 su prenotazione

ANTIPASTO:
Sformatino di Carciofo Empolese Biologico accompagnato da una salsa calda di Groviera e Olio Extravergine IGP dell' Az. Agr. La Pineta di Fucecchio;
abbinamento enomusicale:
PROSECCO naturale sui lieviti di Lorenzo Gatti con I'VE GOT RHYTHM (G.GERSHWIN)

PRIMO PIATTO:
Sedanini leggermente piccanti, alla Caruso, con salsa di pomodoro, bacche di Ginepro e straccetti di pollo;
abbinamento enomusicale:
LAMBRUSCO secco brioso con TAKE THE A TRAIN (D.ELLINGTON)

SECONDO PIATTO:
Spezzatino tenero con un contorno di finocchi al forno della Fattoria di Corazzano, San Miniato;
abbinamento enomusicale:
CHIANTI CLASSICO della Fattoria San Michele a Torri con STARDUST-MISTY (H.CHARMICHAEL- E. GARNER)

DOLCE:
mousse al ginger con gocce di cioccolato fondente
abbinamento enomusicale:
MALVASIA DOLCE con MOONLIGHT SERENADE (G.MILLER)


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martedì 23 novembre 2010

L'ecologia è un affare per il vino: parola di J.C. Boisset

Jean-Charles Boisset, erede di una grande famiglia del vino francese, spiega le azioni della sua impresa per la riduzione dell'impronta di carbonio.
Le scelte riguardano imballaggi alternativi, più leggeri, che rendono più semplice il trasporto.
L'azienda è anche impegnata nella viticoltura biologica.

L'articolo che riportiamo testimonia del grande interesse per ila lato "verde" del vino che c'è ormai in tutto il mondo.
Si parla in particolare della riduzione dell'impronta del carbonio. Alcune delle soluzioni proposte, come il Pet, mi lasciano perplesso, soprattutto se usate per il vino. Mi chiedo se per esempio un progetto come quello delle bottiglie di vetro "vuoto a rendere" non finirebbe per avere un impatto complessivo molto minore.
Resta il fatto che grandi aziende internazionali, come Boisset, guardano con grande attenzione

L'ecologia è un affare per il vino
 
Jean-Charles Boisset è l'erede del maggior impero vinicolo della Borgogna. È stato soprannominato “Mr. Pinot Nero” per il suo amore per l'uva che coltiva sui due lati dell'Atlantico. A 41 anni, dopo aver passato gran parte della giovinezza in California prendendo sole, facendo surf e prendendo una laurea in amministrazione d'impresa, vive secondo poche regole che ha appreso da piccolo.
 
Siamo i guardiani della Terra: è una cosa che ho appreso dalle mie nonne” dice Boisset che l'anno scorso ha unito la sua dinastia enologia con un'altra famosa, in questo caso statunitense, sposando Gina Gallo.
Durante la sua infanzia a Vougeot una delle  nonne, insegnante di scienze, “mi insegnò tante cose sulla natura e sull'importanza di ogni parte della natura: le piante, gli insetti... Da mia nonna ho appreso in concreto l'agricoltura biologica e biodinamica”.
L'altra nonna gli insegnò invece il riciclaggio degli oggetti. 
 
Gli occhi di Boisset si illuminano nel ricordare il momento in cui si è reso conto che il 70% dei 31 miliardi di bottiglie di vino che si bevono ogni anno nel mondo sono vendute al prezzo di 8 euro o meno a bottiglia. Di questo 70%, un altro 70% si beve entro un periodo che va da mezz'ora a tre ore.
Aggiunge Boisset: “Circa il 70% del costo di una bottiglia di vino è costituito dall'imballaggio, dal trasporto, dall'etichettatura ecc. Questo significa che il vino solo il 30% del costo della bottiglia. Non sarebbe meglio se potessimo ridurre questo 70% ed investire il denaro risparmiato nella qualità del vino?”.
 
Questo è quello che più o meno ha cercato di fare in alcune della cantine di famiglia in Francia e in California.
Concentrandosi sulla riduzione dell'impronta di carbonio dell'impresa, ha messo vini varietali, come Pinot Nero, Cabernet Sauvignon, Merlot e Chardonnay del Languedoc-Rosellon, in contenitori di cartone laminato da un litro, lo stesso tipo di imballaggio usato per i succhi di frutta dei bambini. Boisset ha anche imbottigliato un Merlot della California, il Fog Mountain, in bottiglie di Pet da un litro, lo stesso tipo di bottiglie di plastica riciclabile usate per le bevande gassate.
Per i consumatori questo significa disporre di vino in recipienti che non si rompono, leggeri, facili da portare anche in un picnic all'aperto. Per Boisset vuol dire una riduzione drastica dei costi di trasporto e, quindi, la riduzione dell'impronta di carbonio. Per la sua azione per la riduzione e l'innovazione negli imballaggi, la rivista “Wine Enthusiast” gli ha assegnato nel 2009 il premio come Innovatore dell'anno.
 
Un'altra iniziativa recente consiste nel mettere piccole botti di legno, con all'interno un contenitore di plastica riutilizzabile pieno di vino della sua cantina DeLoach, con certificazione biologica, nei ristoranti. I clienti possono prendere direttamente il vino al bicchiere.
Il suo Beaujolais Nouveau Mommessin 2010, infine, uscirà a fine novembre in bottiglie di vetro più leggere di quelle usate di solito.
“La cosa importante, in tutti questi tipi di contenitori, è che il vino sia di buona qualità. La qualità è quello che ci differenzia. E l'imballaggio è un modo, così come la viticoltura biologica o biodinamica, per rispettare la natura” dice Boisset.
 
Boisset concepisce il suo impero del vino come “una piccola impresa familiare”, che dirige insieme alla sorella Nathalie. E non nasconde il fatto che alcuni dei suoi vini, che si vendono a costi molto superiori agli 8 euro alla bottiglia, come i Bonnes Mares Grand Cru o i Musigny Grand Cru del Domaine de la Vougeraie, devono continuare ad essere imbottigliati in bottiglie di vetro tradizionali.
 
“Il modo in cui facciamo le cose oggi, il modo in cui viviamo oggi, non è il modo che si usava secoli fa. Non credo che uno debba associare il vino con lo snobismo e la pretenziosità. Il vino deve essere divertente e questo è quello che cerco di fare... mantenendo sempre il rispetto per la natura”.

[fonte El Mundo Vino/AgraPress]


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giovedì 4 novembre 2010

Incontro con il vino biodinamico alla Città dell'Altraeconomia di Roma

Segnaliamo con piacere un incontro sul vino biodinamico che si svolge a Roma, nella Città dell'AltraEconomia di Testaccio.
Della Città ci siamo già occupati qui nel blog e anche nel Mondo dell'agricoltura biologica.
La Città ha corso il rischio di chiusura, per ora scongiurato. Se possibile, visitiamola e frequentiamo le sue attività per sostenere questa importante iniziativa.

Potete anche firmare la petizione per chiedere la continuazione della Città.

Riprendono gli incontri con i produttori a SPAZIO BIO !

Sabato 6 Novembre 2010 appuntamento con il vino prodotto con uve da agricoltura biodinamica dell'Azienda Agricola Claudio Menicocci di fabrica di Roma (Viterbo) (http://www.biodynamic.it/italiano/famiglia.html).

Dalle 16 alle 19 sarà presente il produttore che illustrerà ai clienti la storia dell'azienda e le proprie tecniche di coltivazione e vinificazione e offrirà in degustazione i propri vini !

Spazio Bio è il negozio dei produttori biologici della Città aperto tutti i giorni tranne il lunedì presso la Città dell'altra Economia di Roma a Largo Dino Frisullo ( ex Mattatoio di Testaccio)

La Città è aperta, Vi aspettiamo !!


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martedì 2 novembre 2010

"Drink Sharing": bere responsabilmente il vino (biologico)

La cantina Perlage, un'azienda storica del vino biologico in Italia, compie venticinque anni. La Perlage, oltre a fare ottimi vini bio, in particolare il Prosecco Docg di Conegliano, è molto attiva e originale nel promuovere iniziative che uniscono il vino alla cultura.

Un evento ormai tradizionale è la Festa del Novello, che quest'anno raggiunge la decima edizione (un altro compleanno da sottolineare) e che si terrà sabato 13 novembre 2010.

In questa occasione Perlage lancia una nuova idea per sostenere il consumo responsabile del vino e degli alcolici: un problema molto grave, soprattutto tra i giovani e giovanissimi, di cui si parla davvero troppo poco.


La Perlage sosterrà il consumo responsabile, premiando i "guidatori" che dopo la festa avranno superato il test dell'etilometro, sarà dato un attestato di partecipazione, un buono omaggio per l'acquisto di una bottiglia di vino biologico in cantina e un rimborso di 5 euro sul biglietto di ingresso.


L'iniziativa si svolge all'interno di un programma di iniziative sul consumo responsabile di vino: ne riparleremo nel Blog.



REGOLAMENTO DI PARTECIPAZIONE A “DRINK SHARING”
Io rispetto il limite perché mi rispetto

  1. Possono partecipare tutti coloro che hanno raggiunto la cantina in automobile, di seguito denominati “autisti” ;
  2. All’ingresso, gli autisti dovranno recarsi allo stand “Ingresso Autisti Drink Sharing” dove riceveranno una coccarda;
  3. L’autista è libero di partecipare a tutte le attività e accedere a tutti i buffet (buffet vino e buffet cibo) per tutta la serata;
  4. All’uscita, l’autista si recherà allo stand “Ingresso Autisti Drink Sharing” e sarà sottoposto alla prova etilometro: se il livello raggiunto è inferiore allo 0.5, l’autista riceverà un attestato di partecipazione, un buono omaggio per l’acquisto di una bottiglia in cantina e gli verranno rimborsati 5 euro del biglietto di ingresso;
  5. L’evento Drink Sharing si svolge in linea con la politica di Perlage di “bere con moderazione” sia per chi guida (Drink Sharing Project) sia tra i giovani (Video Erase and Re…Wine) e nasce dall’esperienza del Progetto Sibilla dell’ULSS 7 di Pieve di Soligo per la prevenzione dell’abuso tra i giovani.

Consigli per godervi la serata…
  • Chi beve non guida
  • Per godervi la serata in tutta tranquillità, prima di ordinare stabilite chi deve guidare l’automobile per tornare a casa
  • Conviene decidere già prima della festa chi rinuncerà agli alcolici per portare a casa le persone che possono bere alcolici. Oppure, se si sa già in anticipo di voler bere alcolici è meglio lasciare a casa la propria macchina e prendere i mezzi pubblici o un taxi che sono molto più convenienti dei costi derivanti da un incidente o dalla revoca della patente
  • Se qualcuno della compagnia non vuole (più) bere, va accettata la decisione
  • Chi non vuole bere alcolici non è né un guastafeste né un fifone, bensì una persona coraggiosa
  • Se, malgrado i buoni propositi, avete bevuto troppo, non sedetevi al volante. Lasciatevi chiamare un taxi che vi porterà a casa in tutta sicurezza
  • Secondo il codice della strada (art. 186 e successive modifiche) il limite legale di alcolemia (concentrazione di alcol nel sangue) alla guida non deve superare 0,5 grammi di alcol per litro di sangue


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CapalBIOFattoria: vini biologici dalla Maremma toscana

"Noi crediamo nell’ecologia della vita, qualcosa di più del semplice ambientalismo: è un modo di essere che deve portare ogni giorno ad adeguare le nostre azioni al rispetto di tutte le forme di vita ed alla difesa dell’ecosistema e della biodiversità, unica grande ricchezza comune a tutti gli esseri viventi."

Questa è la filosofia dichiarata di una giovane aziende biologica della Maremma, CapalBIOFattoria. Vi presentiamo una scheda sull'azienda e sui suoi vini. Ricordiamo che a CapalBIOFattoria si possono acquistare direttamente i prodotti dell'azienda: i vini, ovviamente, ma anche l'olio extravergine Silvestre, uova, ortaggi (in particolare carciofi) e frutta di stagione. Un'ottima meta per una gita, visto tra l'altro che in zona non avrete difficoltà a mangiare benissimo.
Vi segnaliamo con piacere questa azienda, in attesa di provare i suoi vini biologici, anche perché si trova in una zona, quella della Maremma, molto attiva nel settore del biologico.
Se qualcuno di voi ha assaggiato i vini di CapalBIOFattoria, lasciateci la vostra opinione!


CapalBIOFattoria

Azienda Agricola Biologica
Via Capalbio - Marsiliana - Località I Caprai
58011 Capalbio (Grosseto)
informazioni@capalbiofattoria.it
www.capalbiofattoria.it

CapalBIOFattoria nasce nel 2001 come azienda agricola biologica, una realtà all’insegna della difesa dell’ecosistema e del rispetto per tutte le forme di vita. La filosofia di questa azienda va al di là del semplice concetto di ambientalismo: CapalBIOFattoria vuole essere coerente con la sua idea di tutela ambientale attuando sistemi di produzione adeguati al rispetto di tutte le forme di vita ed alla difesa dell’ecosistema e della biodiversità: unica grande ricchezza comune a tutti gli esseri viventi.

L'azienda agricola è costituita da 136 ettari di cui 86 di seminativo con vigneto, uliveto e frutteto e 50 di bosco, nel quale vivono in libertà vacche chianine, vacche maremmane e asini amiatini. L’azienda ha scelto di aderire al biologico poiché vuole produrre vino e olio di grande qualità senza prodotti chimici ma solo utilizzando fertilizzanti naturali per offrire agli acquirenti cibi sani, naturali e certificati.

Prodotti di punta sono i vini. La prima vendemmia risale al 2006: i due vini di CapalBIOFattoria sono vera espressione del territorio che ospita l’azienda, a base di uve Sangiovese, che in Toscana trovano la loro migliore espressione.

L’etichetta Sassi Bruni IGT Toscana è frutto dell’assemblaggio delle varietà coltivate nella fattoria. In primis il Sangiovese, principe appunto delle terre toscane, seguito da Cabernet Sauvignon, circa 10%, Cabernet Franc, 10% e Merlot 20%. Le uve vengono raccolte e vinificate separatamente in piccoli tini di acciaio per circa 15-20 giorni. Segue poi la fermentazione malolattica e la maturazione in piccoli fusti di rovere per 8-9 mesi. Successivamente, quando i vini hanno raggiunto la piena maturità, segue il blend delle piccole masse per far nascere Sassi Bruni. È previsto poi l’affinamento in bottiglia per 3-4 mesi prima dell’immissione nel mercato. Questo vino è ottimo con primi piatti anche al sugo e carni, ma anche con preparazioni di pesce e molluschi.

L’altra etichetta dell’azienda è I Caprai DOC Riserva Capalbio, un Sangiovese in purezza, frutto di un’attenta selezione delle migliori uve di Sangiovese, prodotte vicino allo storico fontanile, dal quale il vino prende il nome. L’appezzamento “I Caprai” è il vigneto più vecchio presente in azienda. La vinificazione avviene con metodi tradizionali, come vuole la scuola toscana. Permane in macerazione per 16-20 giorni, in relazione all’annata e vengono effettuate ripetute follature del cappello, un po' come si faceva un tempo, quando le uve si pestavano con i piedi. Segue poi la fermentazione malolattica in fusti di rovere di media capacità dove il vino permane per 22-24 mesi senza mai essere disturbato. La selezione continua anche durante il suo lungo percorso di maturità con continui assaggi delle singole botti: di queste solo le migliori vengono poi selezionate per dare vita al Sangiovese in purezza della riserva “I Caprai”. Questo vino è indicato in abbinamento a primi piatti, anche con sughi a base di carne, e con secondi di carne importanti.


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