Non c'è più tempo per salvare il Pianeta.
Per questo torna il primo blog di informazione interamente dedicato ai vini biologici e biodinamici con un'attenzione centrata sull'ambiente e sul nostro futuro. Tranquilli: ci saranno anche le degustazioni!
Prosegue con un nuovo appuntamento la rassegna Critical drink, l'aperitivo responsabile e solidale promosso dalla cooperativa ChicoMendes e dal mensile Altreconomia.
Al centro della serata questa volta è il vino. Un vino speciale, quello dei piccoli produttori biologici che mossi da una forte passione per la terra decidono di coltivarla in modo naturale; e quello delle cooperative sociali che abbinano all’attività vinicola scelte di vita alternativa e un forte impegno sociale.
Massimo Acanfora, giornalista di Altreconomia e autore dell’inchiesta “Il futuro in vigna”, racconterà il suo viaggio in giro per l’Italia alla scoperta delle storie e delle scelte dei piccoli produttori di vino.
Nadia Verrua dell’azienda vinicola Tavijn presenterà l’esperienza della propria famiglia, che da anni utilizza metodi di coltivazione biologica per produrre 25.000 bottiglie di vino l’anno, nel Monferrato.
Pietro Raitano, direttore di Altreconomia, illustra il numero di novembre: protagoniste le donne, che con il loro lavoro trainano l’economia globale, nonostante le statistiche e l’opinione pubblica; e poi la attuale crisi economica e finanziaria, spiegata da Susan Gorge, il fallimento degli acquisti “verdi” e sostenibili della pubblica amministrazione, e per finire un’analisi delle dinamiche del commercio internazionale dei beni agricoli.
A seguire degustazione di alcuni vini. Tra le proposte da bere:
il Chianti dell’Azienda agricola biologica Terra d’Arcoiris di Chianciano (Siena)
il Centopassi della cooperativa siciliana Placido Rizzotto- Libera Terra, che produce su terre confiscate alla mafia
“Il futuro in vigna” Giovedì 6 novembre 2008, ore 18.30 - 20.30 Negozio ChicoMendesAltromercato, via Cesare Correnti 20, Milano in collaborazione con Altreconomia Ingresso libero Consumazioni al bar 5 euro, in omaggio una copia del numero di novembre di “Altreconomia”
Per informazioni: Altreconomia - Laura Anicio tel. 02-83242426 www.altreconomia.it altreconomia@gmail.com
Piogge e freddo in arrivo? Niente di meglio che andare a mangiare ricette tradizionali, in questo caso della saporita cucina friulana, accompagnate dai vini biologici dell'azienda vitivinicola biologica Marina Sgubin di Dolegna del Collio (Gorizia).
Azienda Vitivinicola biologica Marina Sgubin Marina e Luigi Sgubin coltivano a vite una superficie di circa 20 ettari. Il vigneto, situato a circa 200 metri sul livello del mare Adriatico, gode di un'ottima inclinazione che permette un'irradiazione solare ideale e una equilibrata esposizione metereologica. I vini prodotti sono il frutto della continua evoluzione ed affinamento che da oltre tre secoli la famiglia ricerca. Tutti le uve sono provenienti da coltivazione biologica.
Il ristorante Uno splendido scenario di colline, intervallate da prati, fa da cornice al ristorante. Un ambiente accogliente, in un paesaggio suggestivo per godere le proposte di una cucina legata alla tradizione. Una sala ampia e luminosa è a disposizione per banchetti, cerimonie, rinfreschi e colazioni di lavoro. Il ristorante è chiuso martedì e mercoledì.
Alcuni menù ideati da Daniela Sgubin e dalla mamma Teresa “cassaforte” di ricette antiche, del pane e delle gubane.
Menù d'Autunno
Antipasto: Polentina con porcini e finferli
Primi: Zuppa di funghi porcini, Maltagliati alla cacciatora
Dolce: Torta ai frutti di bosco
Menù d'Inverno
Antipasto: Prosciutti e salumi di selvaggina
Primi: Rotolo di patate con radicchio di Treviso, Ravioli di zucca con ricotta affumicata
Dolce: Torta di castagne e cioccolato
Gubana e Strudel di mele in tutte le stagioni
Tutti i piatti vengono abbinati ai vini dell'azienda agricola Marina Sgubin
Azienda Vitivinicola Biologica Marina Sgubin Località Scriò, 13 Dolegna del Collio (Gorizia - ITALIA) Tel. +39 0481-60371 - Fax +39 0481-634527 www.sgubin.it info@sgubin.it
bio&dynamicaLe varie facce della viticoltura biologica7 - 8 novembre 2008 Castel KallmünzMeranoQuest'anno e per la quarta volta, la manifestazione bio&dynamica sarà organizzata nell’ambito del MeranoInternationalWineFestival & Culinaria, venerdì 7 novembre 2008 e sabato 8 novembre 2008 presso il Castel Kallmünz, a 50 m dal Kurhaus di Merano.Grazie ad una collaborazione intensa e propulsiva tra CarolinePobitzer, JanHendrikErbach e HelmuthKöcher, nonchè alle esperienze molto positive degli anni passati, Gourmet’s International presenterà anche quest’anno 80 produttori biologici e biodinamici sia d’Italia che dall’estero.La filosofia dell’evento si ispira sugli stessi criteri del MeranoInternationalWineFestival & Culinaria e quindi di selezionare la qualità superiore dei prodotti vitivinicoli.ProgrammaVenerdì, 7 novembre 2008Ore 10.00 conferenza stampa e apertura ufficialeOre 10.30 - 19.00 apertura al pubblicoSabato, 8 novembre 2008Ore 10.00 – 19.00 apertura al pubblicoIngresso: 30 €
Ristoranti Verdi è un marchio che permette di sapere che un ristorante offre anche menù e piatti vegetariani. L'ultimo "ristorante verde" delle Marche, in provincia di Ascoli Piceno, si segnala ai nostri lettori perché "la cantina vanta una buona selezione di vini regionali e nazionali con un occhio di riguardo per le produzioni biologiche e biodinamiche". Se possibile, nelle prossime settimane vi aggiorneremo sui vini biologici al SabyaBeach di Grottammare.
Dopo Macerata, è ora la provincia di Ascoli Piceno a regalare un altro Ristorante Verde alla regione delle Marche. Il SabyaBeach di Luca Bruni, a Grottammare, è entrato nel circuito gastronomico italiano di cui possono far parte solo i locali che garantiscono ai propri clienti un menù vegetariano e/o vegano di qualità, in alternativa ai classici piatti della casa.
La carta degli alcolici si completa con la presenza di birre artigianali, provenienti da micro birrifici, e di interessanti distillati internazionali, dai whisky torbati ai rum agricoli.
D’ora in poi, dunque, nel locale del lungomare De Gasperi a Grottammare potrete provare tutto l’anno - oltre ai piatti e alle pizze che l’hanno reso famoso in tutta la zona - anche ricette inedite a base di verdure, cereali, frutta, pasta e molti altri ingredienti verdi, biologici al 100%.
Come riconoscerlo? Il SabyaBeach, come tutti i Ristoranti Verdi, espone il caratteristico logo circolare con le due foglioline e la frase “Qui si mangia anche vegetariano”.
Ristorante Pizzeria SabyaBeach Lungomare De Gasperi 63013 Grottammare (Ascoli Piceno) Tel. 0735-581153 Email: info@sabyabeach.it Sito: www.sabyabeach.it Periodo di Apertura: tutto l'anno Orario: dalle 12,30 alle 14,30 e dalle 19,30 alle 23. Riposo settimanale: martedì Prezzo medio: 28,00 euro Proprietario e/o gestore: Luca Bruni Parcheggio: nelle vicinanze.
Da notare che dalla homepage è possibile fare delle ricerche mirate: nella sezione "cerca produttori" potete selezionare come prodotto richiesto il vino (eventualmente anche le singole Docg e Doc della provincia), aggiungere la specifica "produce biologico" e avere l'elenco delle ben 113 aziende biologiche che producono vino in tutta la provincia.
Nel portale trovate ovviamente molto altro: potete scoprire prodotti tipici e produttori della provincia di iena, agriturismi, informazioni turistiche ecc.
Un'unica nota non proprio positiva: per segnalare le aziende biologiche è stato scelto un fiorellino piuttosto anonimo. Non sarebbe meglio preferire il marchio europeo del biologico (la spiga circondata dalle dodici stelle), a cui molti consumatori sono ormai abituati?
Le eccellenze dell'agroalimentare vanno on line. E' nato www.agricultura.terresiena.it il primo portale interamente dedicato alla valorizzazione e promozione dei prodotti agroalimentari e dell'offerta turistica rurale delle Terre di Siena, realizzato dalla Provincia di Siena in collaborazione con Apt Siena. Il portale e' stato presentato al Salone del Gusto di Torino. La provincia di Siena, come ogni anno, e' presente, infatti alla kermesse dedicata alle produzioni di eccellenza con i suoi gioielli agroalimentari con un proprio spazio. Cinta, formaggi, oli, vini e tutte le produzioni delle terra senese in vetrina.
''Il salone e' un grande evento, - spiega Claudio Galletti, assessore all'agricoltura della Provincia di Siena - una vetrina straordinaria per le nostre produzioni e la Provincia e' presente come ogni anno. In questa edizione abbiamo presentato un nuovo strumento di promozione delle nostre eccellenze. Un portale che raccoglie 1400 aziende tra imprese agrituristiche, biologiche e di vendita diretta, quasi il 25% delle aziende della provincia. Si tratta di uno strumento di valorizzazione al servizio dei cittadini''.
Un vero e proprio canale tematico che attraverso i suoi motori di ricerca consente di scoprire tutti i prodotti dell'agricoltura senese e tutte le aziende produttrici: si possono fare ricerche molto raffinate per scoprire quali, quanti e cosa siano le Dop o le Igt, oppure le Doc e le Docg, di tutta la provincia, di un'area specifica. C'e' anche la possibilita' di ricercare i produttori e prenotare una visita o una degustazione in azienda. Il sito e' il risultato di un lungo lavoro di integrazione della banca dati delle aziende agricole con quella del settore turistico.
Niente di meglio del Prosecco di Valdobbiadene biologico della Perlage per brindare ad alcuni dei film più significativi della mostra.
Da notare, in particolare, il Prosecco Col di Manza, che ha la particolarità di essere prodotto da uve coltivate in agricoltura biodinamica.
La cantina Perlage di Soligo ritorna ad affiancare le grandi mostre del cinema internazionale: già presente al Festival del Cinema di Roma come sponsor della prestigiosa terrazza “Mini Lounge” e alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, il Prosecco Perlage sarà al Lido per celebrare le feste in onore dei film russi “PaperSoldier - Soldato di carta” di AlexseyGerman Jr. in concorso a Venezia 65 e del film “WildField - Pirateria Selvaggia” di MikhailKalatozishvili, in concorso nella sezione Orizzonti, entrambi rappresentati dall’Ufficio Stampa Morabito di Roma.
La prestigiosa Mostra di Venezia è diventato un appuntamento fisso per Perlage, che ogni anno intrattiene gli ospiti della ormai famosa “Mimmo’s Villa” con le bollicine del suo Spumante Col di Manza.
Durante la scorsa edizione, Perlage aveva accompagnato la festa in onore dei film “The DarjeelingLimited” di WesAnderson e “Die Stille vor Bach” del Maestro Pere Portabella per poi chiudere la kermesse con la Festa degli Uffici Stampa, presentata da Pietra Detassis, al celebre locale BlueMoon sul fronte mare del Lido.
Una manifestazione all'insegna della cultura, delle bollicine di Valdobbiadene e del divertimento, nell’incantevole cornice del Lido.
La scelta produttiva che contraddistingue Perlage dal 1985 è quella di adottare, nella produzione dei suoi inconfondibili vini, esclusivamente tecniche di agricoltura biologica, ovvero tecniche agricole ed enologiche assolutamente naturali. La salvaguardia dell’ambiente e la tutela della salute delle generazioni future è l’obiettivo costante di ogni opera di Perlage. Una responsabilità ambientale e sociale condivisa all’interno del nostro team, forte e compatto, il cui apporto aiuta ad innovare processi e prodotti in modo da ottenere sempre il massimo dai progetti sperimentali. Nel 2005 Perlage ha iniziato l’esperienza dell’agricoltura biodinamica: la scelta di accogliere questa filosofia è determinata dalla volontà di entrare in contatto più profondo con la terra, la natura, l’energia degli elementi e dei soggetti che la circondano, la vite e i suoi frutti. Le persone, la natura, il futuro dei nostri figli: Perlage continua il suo impegno nella gestione efficace dell’impatto sociale, etico e ambientale della sue azioni. Una promessa, quella del supporto in attività socialmente utili e di tutela del territorio, che Perlage vuole perseguire con la forza di sempre.
[fonte www.perlagewines.com. Nella foto Perlage: Venezia 2007, brindisi con il Prosecco Perlage per il team di Hollywood Party e l'attrice Valeria Solarino]
E' arrivato anche a Milano, dopo essere sbarcato a Torino, Exkì, la catena di ristoranti veloci specializzati nel naturale. In questo articolo di Paolo Marchi per "Il Giornale" si parla del nuovo punto vendita di Milano. Marchi rileva un difetto che ovviamente ci ha interessato molto: i vini bio. Piuttosto che "le due improbabili bottiglie" disponibili sullo scaffale, dice Marchi, meglio lasciare perdere o fare un buon lavoro e proporre un'offerta di vini biologici degna di questo nome. Sottoscriviamo in pieno la posizione di Paolo Marchi. Nell'attesa, qualche lettore di Milano o di Torino che è andato da Exkì ci dica la sua opinione sui vini che ha trovato.
Mai fermarsi alle apparenze, anche un ristorante fast food può riservare piacevoli sorprese. Da marzo in piazza Santa Maria Beltrade, all’inizio di via Torino sulla destra arrivando da piazza Duomo, ha aperto Exkì, www.exki.it, catena di ristorazione veloce ma di qualità che, partendo dal Nord Europa, è arrivata in Italia prima a Torino (in ben 4 punti) e ora a Milano.
Exkì ha per simbolo una simpatica carota e un motto che mette di buon umore perché invita a entrare: Naturale, fresco e pronto. Unico neo a livello di vino, almeno qui a Milano. Se si ha una vocazione tra il bio e il naturale, piuttosto che le due improbabili bottiglie nello scaffale meglio niente oppure ci si impegna e si presentano vini biologici.
Aperto dalle 7.30 per le prime colazioni fino alle 20 per un boccone prima del cinema, Exkì ha tutto in bella vista entrando sulla destra. Ci si serve come a una tavola calda ma il legno e lo studio dell’arredamento a basso impatto danno uno sprint a tutto. Ci sono golose torte salate e ancora più invitanti torte dolci, panini e piatti pronti (buono il riso con pollo al curry, bene il couscous, ricche le pastasciutte) in confezioni anche da asporto, yogurt e succhi, insalate e macedonia. Da libidine il marocchino in tazza gigante foderata di cioccolato...
E' meraviglioso quando un designer crea un oggetto che ha un'altra vita oltre la sua utilizzazione principale. E' il caso di questo contenitore di legno per bottiglie, disegnato da MichaelSholk. Dopo aver fatto il suo mestiere di proteggere e permettere il trasporto di una bottiglia di vino, questa cassetta diventa molto semplicemente un nido per uccelli. Non solo ricicliamo l'oggetto (senza aggiungerlo alla marea di rifiuti che, molto stoltamente, il nostro paese incenerisce o, per dirla in modo eufemistico e sbagliato, "termovalorizza") ma lo usiamo in un modo amico dell'ambiente. Directo al Paladar ci precisa che per ora si tratta solo di un prototipo, non ancora in vendita.
Aggiungo però che non è poi così complicato adattare una cassetta di legno per vini o liquori alla funzione secondaria di nido per uccelli.
Basta andare su qualcuno dei siti che si occupa di uccelli per avere un'idea di come adattare una cassetta di legno per i vini alla sua nuova funzione di nido artificiale. Con un po' di pazienza si trovano anche le informazioni più adatte per attirare nel nido il tipo di uccelli che vogliamo, come ad esempio cince e cinciallegre, che sono dei formidabili insettivori, quindi uccelli molto utili in agricoltura biologica.
Abbiamo ricevuto questo appello ideato da Sandro Sangiorgi di Porthos e, dopo averlo sottoscritto, abbiamo deciso di pubblicarlo nel blog.
In fondo a questo post trovate tutti i riferimenti per sottoscrivere l'appello.
Mi sembra che il collegamento di questo appello con le tematiche che abbiamo sempre trattato nel Blog e nel sito del Vino Biologico sia evidente. Idealmente la stragrande maggioranza dei viticoltori biologici sono d'accordo con queste posizioni.
Mi sembra anche importante sottolineare che la difesa dell'identità del Vino Italiano sia un fattore di carattere economico, prima ancora che ideale e di principio. Per dare un futuro ai viticoltori italiani, la difesa dell'identità è un elemento essenziale.
Le vicende riguardanti i casi di presunta violazione del disciplinare del Brunello di Montalcino hanno fornito lo spunto per l'ennesimo attacco nei confronti della tipicità e della storia dei vini italiani.
A sferrare l'offensiva sono stati i teorici dell'omologazione, del liberismo selvaggio applicato al settore vitivinicolo, di quella malintesa modernità che vorrebbe qualsiasi prodotto enologico conforme ai canoni della richiesta di mercato. Ma chi sono queste persone? Su Porthos 28, nel pezzo "Il mostruoso equivoco", si parla di un vero e proprio establishment, formato da consulenti, cantine industriali ma anche produttori medi e piccoli, critici e opinion leader. A unirli è la convinzione che il vino sia frutto di un protocollo applicabile ovunque, non a caso molti di loro sono i migliori clienti delle industrie chimiche e biotecnologiche.
Approfittando di un momento di enorme confusione mediatica, questi signori ci spiegano che il problema non è chi froda - agendo al di fuori delle leggi e ingannando il consumatore - bensì l'intero sistema di regole condivise. Parlano di obsolescenza dei disciplinari di produzione, sostengono l'inevitabilità del ricorso ai vitigni "migliorativi" al fine di rendere i vini italiani più competitivi, pretendono di utilizzare le denominazioni più prestigiose senza dover rispettare la storia, le tradizioni e il lavoro che hanno contribuito a generarne il mito.
Si esprimono quasi sempre senza contraddittorio e trovano ampia cassa di risonanza in diversi organi di stampa a diffusione nazionale; le loro dichiarazioni assumono così la valenza di prescrizioni inderogabili per la salute dell'intero comparto enologico.
Per chi, come noi, considera il vino un bene culturale e un nutrimento dello spirito, tutto questo è inaccettabile.
I disciplinari di produzione sono stati creati allo scopo di salvaguardare e garantire l'identità e l'integrità dei vini italiani. Negli ultimi quarant'anni, con la complicità e la disattenzione delle autorità di controllo, alcuni dei territori più significativi sono stati trattati come dei contenitori da riempire, occupare o allargare a dismisura. In numerosi luoghi la vite si è trasformata da coltura specializzata a coltivazione dominante, togliendo varietà e respiro al paesaggio. Sì è assistito a un'invasione di vitigni alloctoni con l'obiettivo di "migliorare" le specialità italiane e realizzare prodotti più facili da consumare, senza badare allo svuotamento di contenuti a cui molti vini sarebbero andati incontro. L'establishment continua a modificare i disciplinari senza alcuna progettualità, ma fotografando di volta in volta il cambiamento proposto dal marketing. Tutto ciò in nome di un riscontro economico immediato e seguendo i capricci del mercato. Un grave errore dal punto di vista etico ma anche sotto il profilo economico: la standardizzazione dei nostri vini ha come diretta conseguenza, nel medio-lungo periodo, un calo delle vendite e dell'attrattiva turistica esercitata dalle zone di produzione.
Per restituire credibilità ai disciplinari e recuperare lo spirito che li ha generati, si dovrebbe condurre una campagna restrittiva, aggiornando e migliorando le regole e i controlli per adeguarli ai nuovi sistemi che l'establishment usa per aggirarli. In questo momento le aziende vinicole possono utilizzare prodotti sistemici che, progressivamente, tolgono vita alla terra e ai vigneti; nella realizzazione del vino non lesinano lieviti, batteri ed enzimi selezionati dalla biotecnologia; inoltre, sono autorizzate sostanze, giustificate da una supposta origine enologica, che dovrebbero aggiustare il liquido. Tutte queste azioni rendono vano il concetto di territorialità.
Le ultime leggi hanno autorizzato i consorzi di tutela, formati dalle stesse aziende, delle verifiche sulla corrispondenza tra i vini e i rispettivi disciplinari ma la situazione non è migliorata, visto che in Italia la produzione non ha ancora assunto la maturità per procedere a un serio autocontrollo.
Il vino è lavoro, socialità, commercio. La globalizzazione rappresenta un'opportunità quando permette di conoscere e confrontare prodotti che sono espressioni di territori e culture differenti; è invece un pericolo quando impone l'appiattimento della varietà, lo svilimento della territorialità, la sostituzione del lavoro e della capacità contadina con la manipolazione industriale e con l'alchimismo.
Per questo noi, che produciamo, raccontiamo, commerciamo, studiamo, amiamo il vino italiano, ribadiamo la nostra contrarietà a qualsiasi ipotesi di snaturamento delle denominazioni, sia attraverso l'impiego di vitigni alloctoni sia attraverso pratiche che abbiano la finalità di fare del nostro vino qualcosa di differente da sé. La forza del vino italiano risiede nella complessità e nella varietà che rappresentano risorse da valorizzare, anziché sacrificarle in nome delle presunte esigenze del gusto globalizzato.
Ci proponiamo dunque di dedicare d'ora innanzi un impegno ancora maggiore - che già si sta concretizzando grazie all'amore con cui molti dei firmatari di questo appello organizzano manifestazioni, convegni, stage, corsi e degustazioni - nel preparare campagne di sensibilizzazione e di informazione in difesa dell'identità del nostro vino, certi che sia l'unica strada percorribile per tutelarlo e continuare a farlo amare nel mondo.
Visto che spesso trovo in Rete notizie di blog e siti che parlano in vario modo delle tematiche che ci interessano nel Blog del Vino Biologico, ho deciso di dare vita, quando ce ne sarà bisogno, a questo remix, cioè a un articolo che presenta notizie di varia attualità.
L'energia dei Settesoli Nel blog abbiamo parlato spesso in passato di energie rinnovabili e cantine. L'Acquabuona, periodico di cultura alimentare, ci informa che la cantina siciliana Settesoli inaugura il 30 maggio il più grande impianto fotovoltaico del settore vitivinicolo. Un totale di 1.500 pannelli per una produzione complessiva annua di 370.000 Kwh. I pannelli fotovoltaici, che occupano una superficie di circa 5.000 mq, sono stati interamente installati sui tetti degli stabilimenti produttivi e sono quindi quasi completamente invisibili, senza pregiudizi particolari per il paesaggio.
Tour nelle Langhe DiVino Scrivere ci offre un resoconto davvero interessante di una visita nelle Langhe nell'azienda di Teobaldo e Augusto Cappellano, alfieri di Vini Veri che organizza da cinque anni Vini secondo natura, una delle manifestazioni alternative al Vinitaly. Una filosofia antica, quella dei Cappellano, e, al tempo stesso, modernissima per un modo particolare di fare vino.
Vini biologici a SaporBio Non potevano che essere biologici i vini di SaporBio, la rassegna del gusto, dell’ecologia e del vivere sano che si svolgerà in Versilia dall’11 al 15 giugno. La manifestazione, giunta quest’anno alla seconda edizione, è stata ideata e ha come testimonial principale Marco Columbro, personaggio televisivo e storico sostenitore della causa biologica. I vini biologici, anzi biodinamici, sono i rossi dell'azienda vitivinicola Duemani di Riparbella (Pisa). La filosofia dell'azienda ci viene spiegata in un articolo di Newsfood. "Il concetto che applichiamo per la coltivazione del nostro vigneto - spiegano Luca D’Attoma ed Elena Celli, proprietari dell’azienda - è quello di creare e coltivare piante sempre più resistenti alle malattie, con un apparato radicale molto sviluppato in profondità, in modo da esplorare il suolo per ricercare e selezionare i migliori elementi nutritivi, con il risultato della maggior caratterizzazione del nostro vino".
Porta la tua azienda vitivinicola e la tua cantina biologica nella Vetrina delle aziende del Vino Biologico. L'inserimento è gratuito. Qui trovi tutte le informazioni utili.