Corsi di degustazione dei vini biologici

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Marzo 2015 a Roma

martedì 29 gennaio 2008

Vino biologico e crisi di governo

Con la crisi di governo e la fine della legislatura rischia di naufragare la riforma dell'agricoltura biologica e la creazione di una normativa sui vini biologici.


Non vi preoccupate, avete letto bene. Niente paura: non abbiamo intenzione di addentrarci nell'analisi dei famosi scenari (governo a termine, istituzionale, esplorativo, balneare ecc.) né di lanciarci in previsioni sulle alleanze possibili in vista delle prossime elezioni.


Meno che mai, abbiamo l'intenzione di attribuire i mali della politica italiana al consumo eccessivo di vino, ancorché biologico, visto che siamo a favore di un consumo consapevole e responsabile del vino stesso. Semmai, anche fatti di cronaca abbastanza recenti fanno pensare all'abuso di altre sostanze ma, come si diceva al ginnasio, il rischio è quello di andare fuori tema.

Il problema è che la crisi di governo e, soprattutto, la probabile fine della legislatura lascerà con l'amaro in bocca, tra gli altri, gli agricoltori biologici.
Come abbiamo già spiegato in un post del giugno scorso, in parlamento si sta faticosamente arrivando a una legge di riforma del biologico. La legge prevede esplicitamente la necessità di creare una normativa sulla vinificazione biologica, dando 120 giorni di tempo dopo l'approvazione per elaborare questa normativa. Il ministero dell'agricoltura, mostrando un'efficienza che fa dubitare della sua italianità, ha già avviato delle riunioni per elaborare una bozza di regolamentazione del vino biologico.

Tutto bene, quindi? No, perché i tempi complicano tutto. Per l'approvazione della legge di riforma in Parlamento si parlava fino a qualche settimana fa della fine dell'estate. Cosa succederà, quindi, in caso di elezioni anticipate? Abbiamo scherzato, si ricomincia. Nel nuovo parlamento verranno presentate nuove proposte di legge, poi bisognerà vedere l'orientamento del nuovo governo, poi ci saranno i lavori nelle commissioni agricoltura, poi...

Per l'ennesima volta, il settore del vino biologico italiano (il primo nel mondo, è bene sempre ricordarlo) si troverà senza uno strumento legislativo utile per dare certezza e trasparenza ai nostri consumatori e per arrivare sui mercati esteri in modo ancora più deciso rispetto a quanto avviene già oggi.


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