Corsi di degustazione dei vini biologici

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venerdì 15 febbraio 2008

Il vino e il riscaldamento globale

Dal quotidiano spagnolo "El Pais" riportiamo ampi stralci di un interessante reportage sugli effetti del cambiamento climatico sulla coltivazione della vite e sul vino. Mi sembra che non manchino riflessioni interessanti anche per la situazione italiana.

Al vino fa male il riscaldamento
di Maria R. Sahuquillo
"El Pais" - 10 febbraio 2008

C'è sole ma il cammino verso i vigneti della cantina Torres a Tremp (Lleida) è gelato. Gli alberi e le asperità del terreno impediscono che il sole batta per tutto il giorno. In questa zona, in pieni pre-Pirenei catalani, si susseguono ettari di vigneti ancora senza foglie. Crescono in un clima ideale: caldo di giorno e freddo di notte. Questo vigneto, il più alto della Catalogna a 900 metri, è stato piantato qui come risposta alternativa a un possibile aumento del caldo e alle conseguenze che il cambiamento climatico potrebbe avere sul vino.

Vini con maggiore gradazione alcolica, minore acidità e meno serbevoli in bottiglia: l'aumento delle temperature e l'irregolarità delle piogge provocate dal riscaldamento globale cambieranno i vini spagnoli. Cantine ed enologi cercano la formula ottimale per frenarne gli effetti: cambiamento delle varietà, modifiche delle tecniche di coltivazione, trasferimento dei vigneti in zone diverse, tutte pratiche che possono alterare le denominazioni di origine.

“Questo calore in pieno inverno non è normale e non è buono” dice un agricoltore di Tremp. Pota con attenzione il vigneto mentre guarda il cielo; quasi 20 gradi di temperatura. Non è il solo a preoccuparsi. “Finora l'aumento della temperatura ha fatto bene al vino ma se le temperature saliranno ancora di più, pregiudicheranno tutta l'agricoltura e anche il vigneto” dice Fernando Zamora, decano della Facoltà di enologia dell'università di Tarragona.

Il riscaldamento già si fa notare. Uno studio realizzato in 27 regioni vitivinicole - per la Spagna, nella Rioja - dal geografo Gregory Jones dell'Università dell'Oregon, rivela un aumento medio della temperatura di 1,2 gradi. La vendemmia nella maggioranza delle regioni spagnole è stata anticipata di 10 giorni. La maturazione accelerata causata dall'aumento delle temperature e dalla mancanza di piogge danneggia il vino. “La polpa dell'uva matura più rapidamente e raggiunge alte concentrazioni di zucchero, basse concentrazioni di acidi e un pH alto. Si verificherà uno sfasamento tra la maturità della polpa e quella della buccia e dei vinaccioli. Questo darà vini più ruvidi” spiega Zamora.

“Un vino di qualità ha bisogno di una maturazione lenta” spiega Vicente Sotes, professore di Viticoltura dell'Università politecnica di Madrid. Un pH elevato rende più chiari i vini rossi e dà maggiori rischi di sviluppo di microrganismi. L'eccesso di alcol, frutto di una maturazione rapida, danneggia la qualità aromatica del vino. Inoltre (il vino) può risultare più caro: in alcuni paesi, infatti, i vini di alta gradazione sono tassati in modo più elevato.

Alle cantine Torres di Vilafranca del Penedes si sperimentano nuove soluzioni. “Non escludiamo di usare vitigni più adatti a resistere al calore e alla mancanza di acqua, che oggi sono coltivati in altre zone” spiega il presidente della cantina, Miguel Torres.

Cercare nuovi vitigni non è l'unica soluzione: si tentano anche cambiamenti nella coltivazione, come la modifica della densità di impianto o il non fare ricorso alla pratica della sfogliatura per proteggere meglio il grappolo dal sole.

Torres non scarta l'ipotesi di spostare le sue vigne: un aumento di 100 metri di altitudine provoca una diminuzione di 0,6 gradi di temperatura. “Bisogna studiare altitudine e latitudine dei terreni e cercare non solo il clima ideale ma il terroir”. Per le caratteristiche di un vino sono infatti importanti il clima, l'acqua, l'uva ed il terreno.

Queste variazioni climatiche provocheranno un aumento dei costi per le cantine e anche cambiamenti per l'industria. “Queste pratiche possono portare a una modifica delle denominazioni di origine. Inoltre bisognerà riadattare le politiche nazionali e comunitarie” spiega Pascal Chatonnet, enologo e consulente di importanti cantine come Vega Sicilia. Alcune delle misure allo studio vanno infatti contro la normativa vigente. Ad esempio la siccità può portare alla necessità di irrigare il vigneto ma in alcune denominazioni, come la Rioja, questo è vietato.

La Spagna, con i suoi 1,2 milioni di ettari, è il paese con la maggiore estensione viticola della Unione Europea ed è quello destinato a subire maggiori conseguenze del cambiamento climatico.

Se volete leggere l'articolo integrale (in spagnolo)


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