Il vino biologico oltre le mode
RomaOne, quotidiano della Capitale on line, ha dedicato una sezione al Vinitaly 2006. Abbiamo notato un servizio sul vino biologico di Rocco Giurato, che pubblichiamo integralmente.
È anche possibile guardare sul proprio computer la videointervista all'azienda Perrini di Castellaneta, in Puglia.
Il vino biologico,
un fenomeno al di là delle mode
di Rocco Giurato
L'Italia vanta il primato della produzione mondiale e alla voce produttori di vino biologico della guida Vinitaly 2006 il drappello di case vinicole è in netta crescita rispetto al passato. Dalla Sicilia al Trentino, passando per Puglia o Basilicata, molti si cimentano nella produzione che segue il protocollo biologico. Tra questi, ai vertici della produzione nazionale c'è la famiglia Perrini (guarda la videointervista)
L'Italia vanta il primato della produzione mondiale di vino biologico: dei 70.000 ettari coltivati in Europa nello scorso anno, secondo le regole dell'agricoltura biologica, 44.175 erano sul territorio nazionale; ma quale è la frontiera di questo prodotto?
Inaugurando Vinitaly rivolgevamo questa domanda a un esperto del calibro di Luca Maroni che sottolineava come "non è corretto parlare di vino biologico, quanto piuttosto di vino ottenute da uve biologiche, che rispondano ai capitolati biologici per ottenere il frutto - ricordando che - i vini biologici sono quelli le cui uve non sono state trattate chimicamente, nel rispetto dell'ambiente e della qualità; nulla che attesti la qualità del vino quindi ma solo le modalità della sua produzione.
Un'affermazione di Maroni ("Si può tuttavia fare un pessimo vino da meravigliosi frutti biologici, anche perché il processo di trasformazione enologica conferisce al vino per il 50% la sua maggiore o minore nobiltà.") però ci ha colpiti e spinti ad un'analisi più particolareggiata. Alla voce produttori di vino biologico della guida Vinitaly 2006 il drappello di case vinicole è ristretto ma in netta crescita rispetto al passato. Dalla Sicilia al Trentino, passando per Puglia o Basilicata, molti si cimentano nella produzione che segue il protocollo biologico.
Tra questi, ai vertici della produzione nazionale Vito e Mila Perrini che fin dal 1993, anno dopo anno, con sacrificio e passione, seguono il metodo di coltivazione biologica certificato Aiab - Icea - Ifoam - collaborando con i Centri di Ricerca ed Università, avvalendosi di tecnici esperti ed esperienze sul campo, sono arrivati ad essere distribuiti in diversi paesi del mondo.
La pigiatura, la fermentazione sulle vinacce e la decantazione naturale conferiscono una qualità organolettica di classe. Tutti i processi seguono un rigoroso disciplinare Haccp di controllo.
Vitigni autoctoni come il Primitivo o il Negroamaro sono coltivati sia in collina che vicino al mare, per attere bouquet ampio ed elegante. Segnalati dalla maggiori guide di settore come Gambero Rosso 2005, Vini d'Italia dell'Epresso 2005 e Slow Food - Ottimi per qualità-prezzo, accreditati di importanti riconoscimenti internazionali come il prestigioso 'Organic Food Awards 2003', i vini biologici Perrini sono una realtà italiana, come ci spiega Vito Perrini.
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prova
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